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Thomas MoreAnmeldelser

Forfatter af Utopia

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A short classic work on an imagined perfect society. Served as a reading for my Imagined Futures history course, a level 3 undergraduate course I taught at the University of Glasgow. The features of More's Utopia were often rehashed, reconsidered and renovated in subsequent visions of the future.
 
Markeret
sfj2 | 117 andre anmeldelser | May 18, 2024 |
Story: 2 / 10
Characters: 3
Setting: 6.5
Prose: 8

As with Well's "A Modern Utopia", the book is not so much a story as a pleasant way to introduce an ideal society. Not entirely what I was looking for. Might I suggest Huxley's "Island" as a more relevant alternative?
 
Markeret
MXMLLN | 117 andre anmeldelser | Jan 12, 2024 |
Prompted by Becky at Becky's Books, I read Thomas More's Utopia because it seemed relevant to a novel I am currently reading. (More about that soon).

'Utopian' is part of our everyday vocabulary now but when Thomas More wrote his book describing an alternative political system of an imaginary island state, it was a risky venture. In 1515 Henry VIII was on the throne, and in that year Wolsey, Archbishop of York was appointed cardinal by Leo X. Henry VIII then appointed him Lord Chancellor, and, as it says in the Introduction of the Project Gutenberg edition I read:
...from that year until 1523 the King and the Cardinal Wolsey ruled England with absolute authority, and called no parliament.

Henry, as we all know, had succession troubles and he didn't need any frisky political opponents making things more complicated. Until his execution in 1535 — Thomas More managed to survive and thrive during his time as a lawyer, judge, and statesman, with deft political nous, which included suppressing Utopia during his life time.

(It was More's opposition to the Protestant Reformation that brought him undone. He refused to swear an oath to please the King, and as you know if you read or saw Robert Bolt's 1954 A Man for All Seasons, Henry's reaction was swift and merciless.)

Utopia was published in Europe, but not in England until 1551 under the reign of Edward VI, in a translation from the Latin by Ralph Robinson. It was generally acknowledged to be less 'literary' than the subsequent translation in 1684 by Gilbert Burnet, who had his own troubles with disagreeable monarchs.
Burnet was drawn to the translation of “Utopia” by the same sense of unreason in high places that caused More to write the book.

Well, even if you simply peruse the summary at Wikipedia, you can see how Utopia still applies in our time. Utopia begins with More doing real-life diplomatic things in Antwerp, but moves to his encounter with the traveller Raphael Hythlodaeus, exploring in some depth the knotty problem of how best to counsel a prince when he is not amenable to wise advice, new ideas or anything that contradicts his world view.

To read the rest of my review please visit https://anzlitlovers.com/2024/01/03/utopia-1515-by-sir-thomas-more-translated-by...
 
Markeret
anzlitlovers | 117 andre anmeldelser | Jan 3, 2024 |
There are some good concepts here, but the writing is very stilted and unpleasant, and many of the "solutions" presented just pass the buck of doing unpleasant tasks to other people, rather than creating a society that is equitable and pleasant for everyone. Mostly it left a bad taste in my mouth, thinking that there are people who might actually find the society described here utopic.
 
Markeret
stardustwisdom | 117 andre anmeldelser | Dec 31, 2023 |
L'Utopia è un'opera scritta da Tommaso Moro e pubblicata nel 1516. Il termine "utopia", che significa "nessun luogo", è stato coniato da Moro per descrivere un'immaginaria isola situata al largo della costa sudamericana, governata da un sistema politico e sociale ideale.

Nell'Utopia, Moro presenta una società utopica che è organizzata in modo tale da garantire la felicità degli individui e il benessere della comunità nel suo insieme. La società utopica è governata da un sistema di governo in cui il potere è distribuito equamente tra i cittadini, che sono tutti uguali di fronte alla legge.

Inoltre, la proprietà privata non esiste, e tutti i beni sono condivisi tra i cittadini. Il lavoro è organizzato in modo tale da essere equamente distribuito e da garantire che tutti abbiano un'occupazione significativa, e l'istruzione è fornita a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale.

Moro immagina una società in cui la religione è centrale, ma dove la tolleranza religiosa è garantita e ogni individuo ha il diritto di scegliere la propria fede.

In generale, l'Utopia di Tommaso Moro rappresenta un'immagine di una società ideale, dove la giustizia, l'uguaglianza e la felicità sono i valori predominanti. L'opera ha avuto un impatto duraturo sulla filosofia politica e ha influenzato molti altri pensatori utopici successivi.

La visione utopica di Moro ha avuto un impatto duraturo sulla filosofia politica, dando origine a diverse correnti di pensiero. Ad esempio, il concetto di uguaglianza tra i cittadini è stato ripreso dagli autori del Contratto sociale, come Jean-Jacques Rousseau, che ha sostenuto la necessità di un governo giusto e democratico.

Inoltre, il concetto di proprietà collettiva dei beni ha ispirato diverse correnti di pensiero socialista e comuniste, che hanno sostenuto la necessità di un'economia basata sulla condivisione e sulla cooperazione tra i cittadini.

Il termine deriva dal greco antico e significa "nessun luogo". Il concetto di utopia si riferisce a un'immagine di una società ideale, in cui la giustizia, l'uguaglianza e la felicità sono i valori predominanti. L'utopia è spesso associata alla letteratura e alla filosofia, ma ha anche una forte rilevanza sociale e politica.

L'utopia ha avuto un ruolo importante nella storia della filosofia politica, ha influenzato molti altri pensatori utopici successivi, come ad esempio il filosofo francese Charles Fourier, il quale ha sviluppato una teoria dell'utopia sociale basata sulla cooperazione e sulla condivisione tra i cittadini.

L'utopia ha anche un ruolo importante nella letteratura, con opere come "La Repubblica" di Platone, "La Città del Sole" di Tommaso Campanella e "Il Mondo Nuovo" di Aldous Huxley, che presentano immagini di società ideali.

Tuttavia, l'utopia è spesso criticata per essere irrealizzabile e per essere una visione troppo idealizzata della realtà. Molte utopie sono state criticate per la loro mancanza di realismo e per il fatto che non tengono conto delle sfide e dei problemi che una società ideale potrebbe incontrare nella realtà.

Nonostante ciò, l'utopia continua ad essere un concetto importante nella cultura e nella politica contemporanea. Molti movimenti politici e sociali si basano su ideali utopici, come ad esempio il movimento per l'uguaglianza, la giustizia sociale e l'ambiente. Inoltre, l'utopia continua ad essere una fonte di ispirazione per gli artisti e i pensatori contemporanei, che cercano di immaginare un futuro migliore per l'umanità.

L'utopia, per sua definizione, è una società ideale che non esiste nella realtà e può essere considerata irrealizzabile. Tuttavia, molti movimenti politici e sociali si basano su ideali utopici e cercano di avvicinarsi a una società più giusta, equa e sostenibile.

Per realizzare un'utopia nella realtà, è necessario un cambiamento culturale e sociale profondo, che coinvolga tutti gli individui e le istituzioni della società. Ciò richiede un impegno collettivo per superare le disuguaglianze, le ingiustizie, l'ignoranza e la povertà, e per promuovere la cooperazione, la tolleranza e la solidarietà tra i cittadini.

Inoltre, per realizzare un'utopia nella realtà, è necessario un cambio di paradigma rispetto all'economia e all'ambiente. Ciò significa adottare un modello di sviluppo sostenibile, che tenga conto delle esigenze delle generazioni future e che promuova la giustizia sociale e la tutela dell'ambiente. Questo richiede la creazione di politiche pubbliche che incentivino la produzione e il consumo sostenibile, come ad esempio l'adozione di energie rinnovabili, la riduzione degli sprechi e la protezione della biodiversità.

Per realizzare un'utopia è necessario un cambiamento nel modo in cui vengono prese le decisioni politiche. Ciò significa promuovere una democrazia partecipativa, in cui i cittadini hanno un ruolo attivo nella definizione delle politiche pubbliche e nella gestione della cosa pubblica.

In sintesi, la realizzazione richiede un impegno collettivo per superare le disuguaglianze sociali ed economiche, la tutela dell'ambiente e la promozione di una democrazia partecipativa. Sebbene possa sembrare un obiettivo ambizioso, è possibile avvicinarsi a una società più giusta, equa e sostenibile, attraverso un impegno costante e una visione condivisa del futuro.
 
Markeret
AntonioGallo | 117 andre anmeldelser | Jul 5, 2023 |
This is a welcome translation of an important book in the history of ideas. It is not an exaggeration to say that our idea of utopia is founded in great part on the presentation of the world in this notable book. It is one of the small number of volumes that had an exponential effect on the way we consider the world around us.
 
Markeret
jwhenderson | 117 andre anmeldelser | Mar 13, 2023 |
Las Cartas desde la Torre son el testimonio del corazón de un hombre que acosado por la persecución y sabedor de su muerte próxima dialoga epistolarmente con los suyos y, singularmente, con su hija Margarita -la niña de sus ojos, su Meg- expresando serenamente, con vigorosa moral, creencias, afectos, preocupaciones y recuerdos. En estas cartas desde la prisión, Moro ni es el reo que espera pasivamente la ejecución, ni el teórico del Estado que aspira a dejar un mensaje político como testamento personal. Moro se muestra aquí casi insecuestrable, con personalidad tan vigorosa como cordial. (…)
El humanismo se, en efecto, preocupación o solicitud por el hombre. En cada una de sus cartas aparecen detalles conmovedores de preocupación por los suyos, por su mujer y sus hijos, sus amigos y hasta por los que le condenan; se refiere a características personales de cada uno, con atinadas observaciones singulares y solícitas sugerencias sobre el trato, la vida familiar, la educación o el comportamiento. (…)
Porque Moro es humanista en todas las vertientes y significaciones. En la primera y más originaria, como hombre dado al estudio de las humanidades a la luz de la gesta cultural grecorromana. Y en la segunda, la que concibe el ideal humanista como preocupación por el hombre, del que dejó testimonio como abogado, gobernante y escritor. Pero, además, Moro acredita su humanismo en el más difícil de todos los empeños: el de ser más, el de ser mejor.
Esas cartas desde la prisión son un testimonio crucial respecto a esta tercera significación del humanismo: el ser más humano, más plenamente hombre. Las cartas tienen, además, la frescura histórica de ser prácticamente sus últimas palabras. (…)
Moro, aunque él no lo exprese así, cultivó las virtudes humanas con el firme impulso de las virtudes sobrenaturales. El libro con sus Cartas desde la Torre recoge los últimos datos al respecto. (…)
Moro cultivó la altísima virtud humana de la lealtad. Está bien clara su lealtad a la fe cristiana que le hizo mártir y le llevó a la canonización cuatro siglos después de su muerte. Pero es menos visible la lealtad a la corona y, en definitiva, a Inglaterra, su patria.
Las cartas la corroboran a modo de última rúbrica de su hoja de servicios como Canciller: Moro no acusa, no ataca, no denigra a su rey. Mantiene su postura moral, sin revancha, a pesar de la atrocidad que se comete con él. Una reflexión inevitable que añadir: Moro no renunció sólo a una espléndida carrera a causa de la justicia, sino también a algo que para él tenía que ser forzosamente -conociendo su trayectoria- extremadamente atractivo: contribuir a la grandeza de una Inglaterra que con Enrique VIII nacía al apogeo de los Estados modernos. Medítese a este fin la bella carta a su hija Margarita, escrita en abril de 1534, donde se consignan ideas insustituibles sobre conciencia y obediencia. Moro es un súbdito que se rebela, a su costa, contra la maquiavélica razón de Estado. (…)
La tierna, amante y delicada paternidad de Tomás Moro es uno de los hallazgos esenciales en esas Cartas de prisión, donde se manifiesta la fuerza de los sentimientos hacia los suyos y, en especial, hacia su Margaret que sería la que poco después rescataría la cabeza de su padre clavada en lugar público como prenda de escarmiento. Ahí está todo lo que un corazón puede decir paternalmente, incluida esa preocupación por la fidelidad de los suyos a la causa de la justicia, excelente bienaventuranza. (…)
Y, en fin, el sentido de la amistad. En este ámbito moral y cordial al mismo tiempo, es de común y clásico conocimiento su debilidad por Erasmo de Rotterdam, quizá no suficientemente correspondida a la hora de la verdad. En las cartas quedan preciosas reflexiones al respecto, manifestadas con gratitud en la dirigida a Antonio Bonvisi: «pues la felicidad de una amistad tan fiel y tan constante en contra de los vientos contrarios de la fortuna, es una rara felicidad, y sin duda un regalo noble y augusto que procede de una especial benevolencia de Dios». (…)
Si el humanismo cristiano se caracteriza por el sentido solícito y amoroso hacia los demás, por el reconocimiento de la condición de criatura divina, por la idea de que el mundo tiene una condición dolorosa y gozosa a un tiempo, y por la vocación de ser más, no hay duda de que Tomás Moro es uno de los más excelentes humanistas cristianos
El libro que recoge sus Cartas desde la Torre lo confirma… de forma tan heroica como cordial.
CRUZ MARTÍNEZ ESTERUELAS – “El perfil humano de Santo Tomás Moro y sus obras desde la torre”
 
Markeret
aliexpo | Mar 7, 2023 |
This is essentially a 16th c. Christian humanist reflection on Plato’s Republic in the context of contemporary Europe and Henry VIII’s England in particular. The Utopia isn’t seriously intended as a model, though there are critiques made in earnest and concepts no doubt intended seriously, some radical for the time – elimination of private property, democracy, (relative) equality for women, legal suicide for terminal illness, etc. Unfortunately Moore places his book in close proximity to Republic but it’s far from comparable.

As literature it’s slight – no character development, dialogue, scene-setting, artistry in use of language, plot, multivalence or ambiguity or other means enriching the framework. It’s simple, straightforward and flat – more a sketch or annotated outline than a developed novel. And it’s not political philosophy: it’s an insightful critique, but not a particularly philosophical one – no investigations of fundamentals or developed arguments. Assertions generally have little support or analysis. It’s worth reading for the critiques and concepts, but a truly literary and/or philosophical 16th c. Christian humanist redux of Republic could have really been something.
 
Markeret
garbagedump | 3 andre anmeldelser | Dec 9, 2022 |
DNF: 20%

Couldn't get into it, and I don't think I can blame the narrator. It's an awkward lack of rhythm for being fiction told in an almost nonfiction format, so it's distant without the benefit of a barrage of direct knowledge. Normally I force myself to finish, but for some reason I didn't argue when the idea to quit came up.
 
Markeret
leah_markum | 117 andre anmeldelser | Oct 28, 2022 |
Thomas More cria, nesta obra, um diálogo entre ele, Pedro Giles, seu amigo de Antuérpia, e o português Rafael Hitlodeu, conhecedor de terras longínquas. Este contrabalança os problemas da justiça sócio-económica da Europa, mais concretamente Inglaterra, e a perfeita comunhão social da ilha Utopia, onde os utopianos vivem sob um sistema republicano democrático, onde existe partilha total de bens físicos, onde o individualismo é relativamente desconhecido e reprovado, com um sistema legal simples, justo e não burocrático, um sistema religioso monoteísta pagão quasi-cristão, e uma visão da sociedade epicurista.
O formato de diálogo torna a primeira parte bastante dinâmica, mas o longo e ininterrupto monólogo descritivo de Rafael, na segunda parte, tornam-no mais próximo de um tratado político. A sátira e a seriedade estão misturados de tal forma que deixam ao leitor a liberdade de interpretação sobre o que o More realmente cria ser bom e o que ele usou de forma jocosa e exagerada.

É um livro extremamente importante por 2 principais razões: linguisticamente, trouxe-nos o neologismo "utopia", vastamente utilizado desde o fim do século XIX; politicamente, é uma das peças usadas pelo Marx para criar o puzzle "Comunismo", sendo a ilha governada por um proto-comunismo.
 
Markeret
AlexandreBarata | 117 andre anmeldelser | Oct 7, 2022 |
I had mixed feelings over the book Utopia. The first half was, to me, boring and hard to understand. The second half was much easier to understand as it was explaining the island, it's government, and it's people. More, continually reminds the reader that Utopians have no rules but it is often followed by what rules they have; as someone who majored in political science this was frustrating especially when they live under a monarch. Also the book had a Catholic, Latin, and ancient Greek scholarly smugness that comes off as arrogant rather than just intelligent.

Sir Thomas More (who was canonized a saint by the Roman Catholic church) was a politician and philosopher who worked under Henry VIII. He hated the Protestant Reformation and Anne Boleyn. Eventually he was executed by the king as a martyr for rejecting the Church of England. Ironically, for being such a staunch Catholic, he was honored as one of the top thinkers of the Soviet Union's communism.
 
Markeret
Jazz1987 | 117 andre anmeldelser | Aug 27, 2022 |
Marx who?

This is a fascinating treatise in the form or a history on socialism.
 
Markeret
FaithBurnside | 117 andre anmeldelser | Aug 17, 2022 |
Que un libro siga estando vigente en sus planteamientos y propuestas después de quinientos años induce a reflexionar. O la utopía es algo irrealizable y por tanto seguirá siendo un ideal de futuro; o muchos hombres machacona y cabezonamente se empeñan en creer que es posible y luchan por ella.

La obra de Moro no es el primero, ni el último, de los intentos de diseñar o proponer un sistema social y político que mejore el existente. En la práctica, muchos grupos intentaron formar una sociedad que ellos creían deseable. Desde el plano teórico “La república” de Platón es el ejemplo más claro en la antigüedad. Cualquier sistema social propuesto revela una disconformidad con el existente y, como tal, el deseo del ser humano de mejorar en la organización de sus relaciones con los demás.

Tomás Moro interpela al hombre actual en multitud de temas que siguen siendo motivo de discusión: la pena de muerte, la eutanasia, los impuestos, el expansionismo territorial, el apoyo mutuo, la comunidad de bienes o colectivismo, la reducción de la jornada laboral, la asistencia sanitaria pública, el rechazo a la caza, la tolerancia religiosa, la oposición a la guerra, ...

Muchos de los sinónimos que se utilizan para la palabra utopía encajan mal con el trabajo del canciller inglés: quimera, fantasía, sueño, invención, … Otros, en cambio, sintonizan perfectamente con el autor: ilusión, ideal, anhelo,… Tomás Moro no es un ingenuo y así expresa “… que hay muchísimas cosas en la república de los utopienses que, a la verdad, en nuestras ciudades, más estaría yo en desear que en esperar.”(Libro Segundo pág. 174); pero al mismo tiempo, aunque sea en un futuro lejano, si cree en su realización. Como buen humanista cree en el hombre y en su capacidad de mejora. El mismo nombre de utopía significa que no está en ningún lugar pero no que no pueda estarlo. Esa terminación en -ia apunta esa posibilidad frente a utopo.
Por lo demás es fácil caer en la trampa del lenguaje: deseable, mejor, … Evidentemente esto encaja para quien propone el sistema pero no necesariamente para el resto. ¿Era deseable el estado de Platón?¿Es mejor la isla Utopía que la sociedad europea de la época? Para Moro y Platón puede pero… ¿y para los demás? Pues el camino que va de la utopía a la distopía es extremadamente corto y equívoco. “La mejor república” puede ser para muchos el peor de los estados.
 
Markeret
GilgameshUruk | 117 andre anmeldelser | Jul 17, 2022 |
 
Markeret
Sarahbrarian | 3 andre anmeldelser | Feb 3, 2022 |
Confusing, not for its content, but for its peculiar mix of satire and genuine suggestion. A strong precursor to 1984.
 
Markeret
et.carole | 117 andre anmeldelser | Jan 21, 2022 |
A look at what a perfect society might look like as well as discussions of improvements to law and order. Interesting enough i guess but More's Utopia is certainly not somewhere i'd like to live.
 
Markeret
wreade1872 | 117 andre anmeldelser | Nov 28, 2021 |
Utopia (Penguin Classics) by Sir Thomas More, Saint (2003)
 
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arosoff | 117 andre anmeldelser | Jul 10, 2021 |
 
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Murtra | 117 andre anmeldelser | Jun 3, 2021 |
A Palavra 'Utopia' que em grego significa 'em lugar nenhum' foi usada por Thomas More para designar a ilha deserta imaginária na obra Sobre o melhor estado de uma república e sobre a nova ilha Utopia. More importante filósofo inglês renascentista era um crítico veemente da corrupção que grassava na Inglaterra da época.
 
Markeret
BolideBooks | 117 andre anmeldelser | May 14, 2021 |
original of the genre
 
Markeret
ritaer | 117 andre anmeldelser | May 10, 2021 |
4.5 I enjoyed this much more than I thought I would. Utopia is a very interesting world. The concetps are plausible and I can see where some dystopian/utopian authors get ideas from.
 
Markeret
afrozenbookparadise | 117 andre anmeldelser | Apr 22, 2021 |
A "Utopia" de More está ultrapassada como utopia. Tem já um cheiro a bafio. Mantém, no entanto, um interesse histórico, pois a utopia de More é construída em oposição ao "ser" do seu tempo, em contraponto ao "deve ser". A primeira parte da obra é uma crítica à sociedade inglesa e à política europeia do início do século XVI. Segue-se a descrição da ilha de Utopia, que é a Inglaterra do "deve ser" de More. More não consegue criar uma utopia sem as instituições inglesas. Limita-se, portanto, a melhorar as instituições e as pessoas que as servem. Monarquia, clero, magistrados, exército, existem também na ilha de "Utopia". A aristocracia, a burguesia e o comércio foram abolidos por More. Nada foi criado por More, nada há de inovador na ilha de "Utopia".
Pensada pouco a pouco, caso a caso, a utopia de More tem contradições. A vida na sociedade de Utopia não parece ser melhor que na sociedade real, tal as semelhanças desta sociedade com a de Georges Orwell em 1984. Para More, uma sociedade melhor só pode ser construída depois da construção de melhores cidadãos.
 
Markeret
CMBras | 117 andre anmeldelser | Mar 28, 2021 |
 
Markeret
Murtra | 117 andre anmeldelser | Jan 29, 2021 |