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Google Books — Indlæser... GenrerMelvil Decimal System (DDC)851.912Literature Italian and related languages Italian poetry 1900- 1900-1999 1900-1945LC-klassificeringVurderingGennemsnit:
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Ultima presentata in questa mini rassegna poetica, Ada Negri (1870 - 1945) è sicuramente la più conosciuta e credo anche la più incisiva e profonda nei suoi versi. Non varrà la pena stare qui a dare notizie della sua vita che si potranno facilmente reperire in rete e di cui allego il link della pagina wikipedia a lei dedicata. La mia attenzione va invece a questa raccolta da lei scritta durante un suo soggiorno ricreativo nell'isola di Capri. Una produzione legata alla tarda maturità dell'artista, quando in lei era pienamente compiuto l'avvicinamento mistico-religioso alla fede cristiana. Di tutto ciò si trovano ampie tracce nei componimenti poetici di questa silloge, ma non solo; pur registrando in questi versi una notevole vena nostalgica, è fuori di dubbio che la magica atmosfera caprese li abbia influenzati sublimandoli di luci, colori ed immagini tipici dell'Isola. Una raccolta tutta da scoprire e centellinare, per godere della commistione degli elementi caratterizzanti questi componimenti poetici che si distinguono per originalità nella produzione di Ada Negri. Ardua è stata la scelta delle tre poesie da pubblicare, nella quasi totalità che lo avrebbero meritato…
Addio della luna
La luna stilla un suo pianto d’oro nel mar di viola tacite lagrime d’alba, tristezza di partir sola. Ad una ad una le stelle sono scomparse lontano: tristezza d’aver camminato tutta la notte invano. Si piega, sempre più stanca: affonda, sempre più smorta: tristezza, innanzi alla vita, sparire senza esser morta. Pur le conviene obbedire al sommo che la governa: nel vuoto che non perdona, tristezza d’essere eterna.
Corale notturno
Quando sarò sepolta nel paese di mia madre, là dove la bruma confonde i fertili solchi terrestri coi solchi del cielo, la rane ed i rospi dei fossi mi canteranno la nenia notturna. Dagli acquitrini melmosi, filtrando fra il bianco umidor della luna, in soavi cadenze di flauti, in tremolìi lunghi di pianto sciogliendomi il cuore, blandiranno il mio sonno, custodi della perenne malinconia. Malinconia della patria, con sapore di terra bagnata e di grano maturo - con quieto pudore di case ove accendon le madri pei figli la lampada al desco - con fumo di tetti, ansare di fabbriche, radici dei vivi e dei morti - a me verrà, con me dormirà, portata da canti di rane e di rospi, quando sarò sepolta nel paese di mia madre.
La tessitrice
Tessitrice, che in ordine lento le sete e i colori disponi al telaio augusto – e ti veglian le rocce, e ti fa ombra un rosaio: che a intrider di sole e di luna le tele sulla riva dei naufraghi, adduci e riadduci la spola guizzante tra fili d’oro, fili di luce: tessimi il drappo dell’ultimo sogno, tessilo saldo, tessilo bene che vi sia dentro, tramato in porpora, tutto l’intrico delle mie vene. Tessilo di risa, tessilo di pianti, e di quel nome che in cuore ho sepolto: ch’esso mi vesta sin quando io viva, che nella morte mi copra il volto. ( )