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Indlæser... Giordano Bruno 1548-1600af Giordano Bruno
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INTRODUZIONE
Immaginiamo di stare a Roma, nella notte del 17 febbraio 1600- anno
bisestile e giubilare come quello presente -, nei pressi del carcere romano
di Tor di Nona. Ad un certo punto, è quasi l'alba, il portone del carcere si
apre per fare uscire un gruppo di persone, alcune delle quali vestite con il
saio nero. Sono i confratelli della Compagnia di San Giovanni Decollato ai
quali, il giorno precedente, era stato 'intimato' «che la mattina si dovea far
stizia di un inpenitente». L'Arciconfraternita di San Giovanni Decollato
della Nazione fiorentina in Roma accompagnava solitamente i condannati
alle pene capitali. Colui che quella notte veniva prelevato per il supplizio
del fuoco, e che nel Libro del Provveditore dell'Arconfraternita è definito
un «eretico inpenitente», è Giordano Bruno, il quale era stato arrestato otto
anni prima a Venezia, a seguito della denuncia di Giovanni Mocenigo, i
patrizio veneto nella cui casa il filosofo aveva alloggiato tra il marzo e il
maggio del 1592. Quella notte di quattrocento anni fa si sarebbe chiusa nel
modo più drammatico l'esistenza del grande 'novatore' dell'autunno del
Rinascimento, colui che aveva voluto annunciare all'umanità la realtà fisica
dell'universo infinito e l'esistenza di una pluralità di mondi; per la Chiesa
di Roma egli era solo un «heretico, impenitente, pertinace et ostinato», che
andava punito nel modo più severo. Nella nota lettera di Kaspar Schoppe a
Konrad Rittershausen, in gran parte aderente alla linea dei giudici di Bruno,
si dichiarava: «tutto ciò che è stato affermato dai filosofi pagani o dei
nostri antichi e recenti eretici, costui lo ha propugnato». Il conflitto tra ra
gione e fede, che nelle sue opere Bruno aveva tentato anche di attenuare
emergerà invece, con forza, dall'intera vicenda processuale: dagli interroga
tori del filosofo sino alla sentenza pronunciata pubblicamente 1'8 febbraio
del 1600. Immaginiamoci ancora nei pressi del carcere di Tor di Nona al
l'alba del 17 febbraio di quell'anno: la lugubre processione di solito i
confratelli di San Giovanni Decollato, vestiti con il saio nero e con le torce
accese, precedevano e seguivano il condannato - percorre via dei Banchi e
imbocca via del Pellegrino. Lungo il tragitto, Bruno non può pronunciare
parola alcuna, né di rabbia né di altro, avendo egli - come si legge nei do
cumenti - «la lingua in giova», cioè bloccata in una morsa di metallo (la...