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Venezia (1951)

af Touring Club Italiano

Serier: Guide Rosse

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Completa ed esauriente, la guida rifiuta lo schema di una Venezia monumentale separata e contrapposta a una Venezia 'minore', ricostruendo la fitta trama che connette le aree e i luoghi più celebrati alle zone solitamente ignorate dai circuiti turistici.
Sono 8 capitoli, articolati in 25 itinerari analitici che propongono forme di spostamento diverse: pedonali quelli descrittivi dei sentieri (San Marco, San Polo, Santa Croce, Dorsoduro, Cannaregio, Castello), della Giudecca e di San Giorgio Maggiore; acquei quelli del Canal Grande, della «circolare» e della Laguna; automobilistici, in prevalenza, i due di visita della terraferma e di Chioggia.

I sestieri con il loro carico di storia e arte. La Laguna, parente povera della ricca città, ma non per questo meno interessante. Le isole e le isolette. Le aree più celebrate e le zone meno battute e meno conosciute: c´è, insomma, proprio tutta Venezia in questo quinto volume delle "Guide Rosse", 912 pagine di arte, storia, cultura, con accuratissimi itinerari. Oltre a una ricchissima cartografia con la grande pianta della città lagunare, a molte pagine dedicate al Canal Grande completate da accurati disegni architettonici di tutti gli edifici che vi si affacciano e a una carta con i collegamenti lagunari.

L´edizione, come tutti i volumi presentati da "Repubblica" in collaborazione con il Touring Club italiano, è stata revisionata nel 2004. L´iniziativa si sta rivelando di grande successo, con le ristampe e le altissime tirature dei volumi già usciti (Umbria, Roma, Firenze, Sicilia, tutti a 12.90 euro in più rispetto al prezzo del giornale) e le numerose prenotazioni per i 23 volumi che raccontano l´Italia e il suo patrimonio storico, artistico e urbanistico. E lo fanno in modo tanto accurato da aver ottenuto il riconoscimento dell´Istituto Centrale per il Restauro del Ministero dei Beni Culturali di repertorio dei beni culturali presenti in Italia. I volumi delle prossime uscite saranno dedicati ad Emilia-Romagna, Napoli e dintorni, Toscana, Milano, Liguria, Veneto, Torino e Val d´Aosta, Campania, Lazio, Lombardia, SArdegna, Puglia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Basilicata e Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Marche e Molise.

(24 gennaio 2005)

"Come una casbah sull´acqua anche la lingua è un mistero"

VENEZIA - Si finisce mai di scoprirla, Venezia?

«No. Questa città ha sempre qualcosa di nuovo. E ci sono ancora mille cose che mi colpiscono. Come quelle scarpette scolpite sulla casa dei "caleghèri" che guardo sorpresa ogni volta che torno a casa».

Teresa Foscolo Foscari, contessa veneziana, protagonista di decenni di battaglie civili alla guida di Italia Nostra, ama e conosce questa città come pochissimi.

Quali sono le prime immagini che ricorda di Venezia?

«Quelle dell´acqua. Sono nata a Palazzo Volpi, vicino al traghetto della Madoneta, e la prima cosa che ho visto, e a cui sono rimasta legata per sempre, è stata l´acqua del canale. E poi la bellezza e le forme delle piccole case vicine ai grandi palazzi».

Che città è?

«Una casbah, ma dove ci si ritrova sempre, perché è ricca di segni e di segnali. È una città piena di stranezze. Ma una città che non riesco proprio a pensare, perché la sento, perché è un istinto vivo, perché è come se mi venisse su dai piedi».

I suoi luoghi segreti?

«Oh, tanti. Ma uno soprattutto, nascosto, curiosissimo, la Corte del Bovolo, con quella scala che sembra condurre a un castello fatato».

Dove le piace andare?

«Mi piace anche andare "di là dell´acqua", prendere la gondola al traghetto di Santa Sofia, e andare a fare le spese al mercato di Rialto, e fermarmi a parlare coi fruttivendoli e i gondolieri. Conosco molto bene il veneziano e mi piace usare espressioni che non si adoperano quasi più. Ci sono ancora strani modi di dire in questa città».

(24 gennaio 2005)

"La mia città invecchiata dove le pietre parlano ancora"

VENEZIA - C´è ancora un luogo magico a Venezia, che l´invasione dei turisti non ha stravolto?

«C´è. È via Garibaldi, nel sestiere di Castello. È rimasta vera, popolare, piena di umanità, abitata da veneziani che quando ti incontrano che vai a fare la spesa ti chiamano "amor mio", come una volta».

Arrigo Cipriani, il patron del celebre Harry´s Bar, vede una città che si affievolisce, che cambia connotati, che si snatura. E soffre.

Com´è cambiata Venezia negli ultimi decenni?

«Le pietre sono sempre lì, e sono bellissime, ma i luoghi storici sono ormai diventati invivibili, e il suo centro sociale si è impoverito, quasi dissolto, il calo degli abitanti è stato drammatico e l´invecchiamento anche. Pensi che oggi sono il più giovane a prendere il vaporetto».

Quali sono i suoi primi ricordi di bambino?

«Le pietre. Prima le pietre e poi l´acqua. Le pietre di San Samuele, dove abitavo, e quelle di campo Sant´Angelo, dove giocavo a "taco" e a "maza e pindolo". E poi l´acqua della laguna, in giro col "sàndolo" a remi, e poi con le prime barchette a vela, a fare il bagno nei canali».

E il posto segreto?

«Campo San Boldo, tranquillo, appartato, molto bello, vicino a un canale quieto. Ci andavo quando ero "moroso" perché ci passava poca gente».

Anche l´Harry´s è cambiato come la città?

«Non siamo mai cambiati, ormai siamo un monumento nazionale. Ogni tanto trovo qualcuno che mi dice che l´Harry´s non è più lo stesso. Gli rispondo che forse non siamo più noi quelli di una volta». ( )
  TORTOSAGUARDIA | Sep 23, 2023 |
Completa ed esauriente, la guida rifiuta lo schema di una Venezia monumentale separata e contrapposta a una Venezia 'minore', ricostruendo la fitta trama che connette le aree e i luoghi più celebrati alle zone solitamente ignorate dai circuiti turistici.
Sono 8 capitoli, articolati in 25 itinerari analitici che propongono forme di spostamento diverse: pedonali quelli descrittivi dei sentieri (San Marco, San Polo, Santa Croce, Dorsoduro, Cannaregio, Castello), della Giudecca e di San Giorgio Maggiore; acquei quelli del Canal Grande, della «circolare» e della Laguna; automobilistici, in prevalenza, i due di visita della terraferma e di Chioggia.

I sestieri con il loro carico di storia e arte. La Laguna, parente povera della ricca città, ma non per questo meno interessante. Le isole e le isolette. Le aree più celebrate e le zone meno battute e meno conosciute: c´è, insomma, proprio tutta Venezia in questo quinto volume delle "Guide Rosse", 912 pagine di arte, storia, cultura, con accuratissimi itinerari. Oltre a una ricchissima cartografia con la grande pianta della città lagunare, a molte pagine dedicate al Canal Grande completate da accurati disegni architettonici di tutti gli edifici che vi si affacciano e a una carta con i collegamenti lagunari.

L´edizione, come tutti i volumi presentati da "Repubblica" in collaborazione con il Touring Club italiano, è stata revisionata nel 2004. L´iniziativa si sta rivelando di grande successo, con le ristampe e le altissime tirature dei volumi già usciti (Umbria, Roma, Firenze, Sicilia, tutti a 12.90 euro in più rispetto al prezzo del giornale) e le numerose prenotazioni per i 23 volumi che raccontano l´Italia e il suo patrimonio storico, artistico e urbanistico. E lo fanno in modo tanto accurato da aver ottenuto il riconoscimento dell´Istituto Centrale per il Restauro del Ministero dei Beni Culturali di repertorio dei beni culturali presenti in Italia. I volumi delle prossime uscite saranno dedicati ad Emilia-Romagna, Napoli e dintorni, Toscana, Milano, Liguria, Veneto, Torino e Val d´Aosta, Campania, Lazio, Lombardia, SArdegna, Puglia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Basilicata e Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Marche e Molise.

(24 gennaio 2005)

"Come una casbah sull´acqua anche la lingua è un mistero"

VENEZIA - Si finisce mai di scoprirla, Venezia?

«No. Questa città ha sempre qualcosa di nuovo. E ci sono ancora mille cose che mi colpiscono. Come quelle scarpette scolpite sulla casa dei "caleghèri" che guardo sorpresa ogni volta che torno a casa».

Teresa Foscolo Foscari, contessa veneziana, protagonista di decenni di battaglie civili alla guida di Italia Nostra, ama e conosce questa città come pochissimi.

Quali sono le prime immagini che ricorda di Venezia?

«Quelle dell´acqua. Sono nata a Palazzo Volpi, vicino al traghetto della Madoneta, e la prima cosa che ho visto, e a cui sono rimasta legata per sempre, è stata l´acqua del canale. E poi la bellezza e le forme delle piccole case vicine ai grandi palazzi».

Che città è?

«Una casbah, ma dove ci si ritrova sempre, perché è ricca di segni e di segnali. È una città piena di stranezze. Ma una città che non riesco proprio a pensare, perché la sento, perché è un istinto vivo, perché è come se mi venisse su dai piedi».

I suoi luoghi segreti?

«Oh, tanti. Ma uno soprattutto, nascosto, curiosissimo, la Corte del Bovolo, con quella scala che sembra condurre a un castello fatato».

Dove le piace andare?

«Mi piace anche andare "di là dell´acqua", prendere la gondola al traghetto di Santa Sofia, e andare a fare le spese al mercato di Rialto, e fermarmi a parlare coi fruttivendoli e i gondolieri. Conosco molto bene il veneziano e mi piace usare espressioni che non si adoperano quasi più. Ci sono ancora strani modi di dire in questa città».

(24 gennaio 2005)

"La mia città invecchiata dove le pietre parlano ancora"

VENEZIA - C´è ancora un luogo magico a Venezia, che l´invasione dei turisti non ha stravolto?

«C´è. È via Garibaldi, nel sestiere di Castello. È rimasta vera, popolare, piena di umanità, abitata da veneziani che quando ti incontrano che vai a fare la spesa ti chiamano "amor mio", come una volta».

Arrigo Cipriani, il patron del celebre Harry´s Bar, vede una città che si affievolisce, che cambia connotati, che si snatura. E soffre.

Com´è cambiata Venezia negli ultimi decenni?

«Le pietre sono sempre lì, e sono bellissime, ma i luoghi storici sono ormai diventati invivibili, e il suo centro sociale si è impoverito, quasi dissolto, il calo degli abitanti è stato drammatico e l´invecchiamento anche. Pensi che oggi sono il più giovane a prendere il vaporetto».

Quali sono i suoi primi ricordi di bambino?

«Le pietre. Prima le pietre e poi l´acqua. Le pietre di San Samuele, dove abitavo, e quelle di campo Sant´Angelo, dove giocavo a "taco" e a "maza e pindolo". E poi l´acqua della laguna, in giro col "sàndolo" a remi, e poi con le prime barchette a vela, a fare il bagno nei canali».

E il posto segreto?

«Campo San Boldo, tranquillo, appartato, molto bello, vicino a un canale quieto. Ci andavo quando ero "moroso" perché ci passava poca gente».

Anche l´Harry´s è cambiato come la città?

«Non siamo mai cambiati, ormai siamo un monumento nazionale. Ogni tanto trovo qualcuno che mi dice che l´Harry´s non è più lo stesso. Gli rispondo che forse non siamo più noi quelli di una volta».

(24 gennaio 2005) ( )
  MareMagnum | Mar 28, 2006 |
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