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Fabulous Monsters: Dracula, Alice, Superman, and Other Literary Friends

af Alberto Manguel

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882304,717 (4.13)Ingen
An original look at how literary characters can transcend their books to guide our lives, by one of the world's most eminent bibliophiles Alberto Manguel, in a style both charming and erudite, examines how literary characters live with us from childhood on. Throughout the years, they change their identities and emerge from behind their stories to teach us about the complexities of love, loss, and the world itself. Manguel's favorite characters include Jim from Huckleberry Finn, Phoebe from The Catcher in the Rye, Job and Jonah from the Bible, Little Red Riding Hood and Captain Nemo, Hamlet's mother, and Dr. Frankenstein's maligned Monster. Sharing his unique powers as a reader, Manguel encourages us to establish our own literary relationships. An intimate preface and Manguel's own "doodles" complete this delightful and magical book.… (mere)
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Un libro favoloso, è il caso di dire!

Le guide turistiche offrono escursioni che ripercorrono gli ardui sentieri di Ulisse e di Don Chisciotte. Si racconta che edifici ormai cadenti abbiano ospitato il talamo di Desdemona e il balcone di Giulietta. Un villaggio colombiano assicura di essere il Macondo di Aureliano Buendia e l'isola di Juan Fernández si vanta di aver accolto, secoli or sono, quell'imperialista sui generis di Robinson Crusoe. Da molti anni ormai, il Servizio Postale Britannico è indaffarato a evadere la posta indirizzata a Mr Sherlock Holmes, al 221B di Baker Street, mentre Charles Dickens riceveva a raffica lettere furibonde che lo accusavano della morte della piccola Nell nella Bottega dell'antiquario. La biologia ci insegna che discendiamo da creature nelle cui vene scorre il sangue, ma nel nostro intimo sappiamo di essere i figli e le figlie di spettri fatti di carta e di inchiostro. Qualche secolo fa, Luis de Góngora li definì con queste parole:

Il sogno, esperto in rappresentazioni,
nel suo teatro sul vento allestito
ombre rivestirà di un bel fardello.



Il termine fiction è entrato nella lingua inglese all'inizio del XV secolo con il significato di «qualcosa di inventato o immaginario». I dizionari etimologici testimoniano che ci è giunto, attraverso il francese, dal participio passato del verbo latino fingere, che originariamente significava «modellare o foggiare dall'argilla». La narrativa è quindi una sorta di Adamo verbale plasmato dalla polvere primordiale a immagine dell'Autore che vi ha infuso il soffio di vita. Forse è per questo che, contrariamente alle apparenze, i personaggi inventati più riusciti spesso sembrano più vivi dei nostri amici in carne e ossa. Ben lungi dall'essere aggrappati alle loro storie, i personaggi cambiano la trama a ogni nostra lettura, portando alla ribalta alcune scene e mettendone in secondo piano altre, aggiungendo un episodio sbalorditivo che avevamo misteriosamente dimenticato o un dettaglio che ci era in precedenza sfuggito. Il monito di Eraclito sul tempo è vero per ogni lettore: non incappiamo mai due volte nello stesso libro.

Ai lettori il mondo di sovente si rivela tra le pagine dei libri. Quando Alice, in Al di là dello Specchio, incontra Humpty Dumpty appollaiato in precario equilibrio su un muretto, e gli chiede sollecita se non pensa sarebbe più sicuro starsene per terra, Humpty brontola: «Naturale che non lo penso! Diamine, se mai dovessi cadere... il che è impossibile... ma se dovessi...» fa una pausa solenne e continua «il Re mi ha promesso... e di sua bocca... di... di...»; «di mandare tutti i suoi cavalli e cavalieri», lo interrompe Alice alquanto sconsideratamente. A quel punto Humpty esplode in una collera improvvisa, e urla: «Tu hai ascoltato alle porte... e dietro gli alberi... e dentro i camini... altrimenti non avresti potuto saperlo!». «Ma no, davvero!» risponde Alice con grande gentilezza. «È in un libro». Nessun lettore vero troverebbe strana la spiegazione di Alice.

I lettori in tutto il mondo esprimono venerazione per le effigi di Shakespeare e di Cervantes, ma questi autori, immortalati in ritratti austeri e speranzosi, non sono tangibili quanto le loro creazioni immortali. Re Lear e Lady Macbeth, Don Chisciotte e Dulcinea sono presenze reali persino per molti che non hanno mai letto i loro libri. Conosciamo le intricate passioni della regina Didone e di Don Giovanni molto più profondamente delle vite intime di Virgilio e di Molière, tranne che per gli aspetti rivelati nei romanzi di Hermann Broch e di Michail Bulgakov. I lettori hanno sempre saputo che i sogni narrativi danno vita al mondo che chiamiamo reale.

Dante ne era assolutamente consapevole. Nel Canto IV dell' Inferno, dopo aver attraversato la terribile porta oltre la quale occorre che «lasciate ogni speranza, voi ch'entrate», Virgilio mostra a Dante il Nobile Castello che ospita le anime dei giusti nati prima della venuta di Cristo. «Genti v'eran con occhi tardi e gravi» e tra questi Dante scorge Enea, l'eroe sognato da Virgilio, e lo cita con queste due parole: «ed Enea». Dante sembra comprendere che, se deve garantire a Virgilio la complessa realtà richiesta a uno dei tre protagonisti principali della sua Commedia, il personaggio immaginario (Enea) non può avere lo stesso peso letterario del personaggio che lo ha immaginato (Virgilio).

Enea esiste nella Commedia, ma soltanto come ombra fuggevole, affinché Virgilio possa radicarsi nella mente del lettore non soltanto come autore storico dell' Eneide, ma come memorabile compagno di viaggio nel cammino di Dante.

Nella mia adolescenza, grazie a un eccentrico insegnante del liceo, leggemmo qualche scritto sulla fenomenologia di Edmund Husserl, che ammaliò le nostre menti idealistiche. Mentre il mondo degli adulti in generale insisteva nel dire che soltanto le cose tangibili erano degne di nota, Husserl, con nostro immenso piacere, sosteneva che possiamo creare un legame, anche profondo, con cose ritenute inesistenti. Sirene e unicorni, per quanto ne sappiamo, non sono esseri tangibili, sebbene i bestiari medievali cinesi sostengano che la sola ragione per cui gli unicorni si vedono di rado è la loro estrema e spontanea ritrosia. Eppure, per Husserl la mente umana può dirigersi intenzionalmente verso queste creature immaginarie, allacciando con loro «una normale relazione diadica», come la definisce prosaicamente. Io ho stabilito molte relazioni di questo genere con centinaia di queste creature.

Ma non tutti i personaggi letterari sono i compagni d'elezione di ogni lettore; solo quelli che amiamo più profondamente ci seguono negli anni. Per, quanto mi riguarda, non sento mie le sventure senza dubbio accoranti di Renzo e Lucia ne I Promessi Sposi né quelle di Mathilde de la Mole e Julien Sorel ne Il rosso e il nero, o della famiglia Bennet in Orgoglio e pregiudizio, così consapevole del suo status. Sono più vicino all'ira vendicativa del Conte di Montecristo, alla ferrea fiducia in se stessa di Jane Eyre, alla ponderata malinconia di Monsieur Teste di Valéry. Molti sono i miei compagni più intimi: l'Uomo che fu Giovedì di Chesterton mi aiuta magicamente ad affrontare le assurdità della vita quotidiana; Priamo mi insegna a piangere la morte degli amici più giovani, e Achille la scomparsa dei miei amati anziani; Cappuccetto Rosso e Dante il Pellegrino mi guidano attraverso le selve oscure nella strada della vita; il vicino di Sancio, l'esiliato Ricote, mi fa comprendere qualcosa dell'infame nozione di pregiudizio. E ce ne sono molti altri!

Forse una delle caratteristiche più attraenti di questi mostri favolosi è la loro identità multipla e mutevole. Incardinati nelle loro storie, i personaggi inventati non possono essere imprigionati tra le copertine dei loro libri, per quanto angusto o vasto possa essere quello spazio. Amleto nasce già adulto sotto le cieche arcate di Elsinore, e muore ancora giovane su una pila di cadaveri in una sala dei banchetti del castello, ma generazioni di lettori hanno sottratto al prematuro oblio sia la sua fanciullezza freudiana sia la sua postuma carriera politica - ad esempio nel Terzo Reich, dove Amleto divenne il personaggio più rappresentato nei teatri tedeschi. Pollicino è cresciuto di statura, Elena è diventata un'avvizzita megera, Rastignac di Balzac lavora per il Fondo Monetario Internazionale, Ulisse è naufragato sulle coste di Lampedusa, Kim è stato reclutato dal Ministero Britannico degli Affari Esteri, Pinocchio langue in un campo di detenzione per bambini in Texas, la principessa di Clèves è stata costretta a cercare lavoro con gli Skid Row. A differenza dei propri lettori, che invecchiano per non ringiovanire più, i personaggi immaginari sono, al contempo, quelli che erano quando abbiamo letto le loro storie per la prima volta, e quelli che sono diventati nelle nostre letture successive. Ogni personaggio immaginario è come Proteo, il dio del mare a cui Poseidone concesse la facoltà di assumere qualsiasi forma dell'universo. «Lo so io chi sono», dice Don Chisciotte in una delle sue prime avventure, dopo che il vicino prova a convincerlo che non è uno dei personaggi immaginari dei romanzi cavallereschi che tanto ama. «E so che posso essere non solo i personaggi che ho detto, ma tutti i Dodici Pari di Francia, e anche tutti i Nove della Fama; poiché a tutte le gesta che essi compirono tutti insieme e ciascuno in particolare, saranno superiori le mie». Don Chisciotte assume empaticamente la miriade di identità dei personaggi dei suoi libri.

[...]

La mia esperienza è stata husserliana. Si può costruire la propria autobiografia in vari modi: attraverso i posti in cui abbiamo vissuto, attraverso i sogni che abbiamo fatto e che sono ancora vivi nella nostra memoria, attraverso gli incontri straordinari di uomini e di donne indimenticabili, attraverso un mero resoconto cronologico. Ho sempre pensato alla mia vita come allo sfogliare le pagine di molti libri. Le mie letture, quelle che hanno forgiato la mia cartografia immaginaria, definiscono quasi ogni mia esperienza interiore, e posso far risalire a un determinato paragrafo o a una certa riga quasi tutto ciò che credo di sapere sulle cose essenziali.

[...]

Nella lontana infanzia della mia generazione, avvolti «nelle morbide pieghe dell'immaginazione», i nostri compagni di giochi erano Pippi Calzelunghe e Pinocchio, il Pirata Sandokan e il Mago Mandrake; i compagni di giochi dei bambini d'oggi sono probabilmente Harry Potter e i suoi amici, e i Mostri Selvaggi di Maurice Sendak. Tutti questi mostri favolosi sono così incondizionatamente fedeli da non essere sfiorati dalla nostra debolezza e dai nostri fallimenti. Ora che le mie ossa mi permettono di raggiungere a malapena gli scaffali più bassi, Sandokan mi chiama ancora una volta alle armi, e Mandrake mi spinge a cercare vendetta contro gli sciocchi, mentre Pippi, con infinita pazienza, mi ripete di infischiarmene delle convenzioni e di seguire il mio istinto, e Pinocchio continua a chiedermi perché, nonostante gli avvertimenti della Fata Turchina, non basti essere onesti e buoni per essere felici. E io, proprio come nei giorni ormai lontani nel tempo e nello spazio, non riesco a trovare la risposta giusta.

(dalla Prefazione)

  AntonioGallo | May 6, 2021 |
Typically Manguelian rambles through the "monsters" of literature, in which the author makes imaginative and delightful connections and recounts anecdotes from his life of reading. ( )
  JBD1 | May 23, 2020 |
Viser 2 af 2
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An original look at how literary characters can transcend their books to guide our lives, by one of the world's most eminent bibliophiles Alberto Manguel, in a style both charming and erudite, examines how literary characters live with us from childhood on. Throughout the years, they change their identities and emerge from behind their stories to teach us about the complexities of love, loss, and the world itself. Manguel's favorite characters include Jim from Huckleberry Finn, Phoebe from The Catcher in the Rye, Job and Jonah from the Bible, Little Red Riding Hood and Captain Nemo, Hamlet's mother, and Dr. Frankenstein's maligned Monster. Sharing his unique powers as a reader, Manguel encourages us to establish our own literary relationships. An intimate preface and Manguel's own "doodles" complete this delightful and magical book.

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