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En dåres forsvarstale (1968)

af August Strindberg

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2113127,303 (3.83)1
Selvbiografisk skildring af forfatterens ægteskab med skuespilleren Siri von Essen.
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Wat zeg je in de 21e eeuw over een man die zo verliefd is op een vrouw, dat hij zich alles laat aanleunen, zich laat bestelen, zich laat vernederen, en wat niet al, en dan uiteindelijk niet meer weet te doen dan een boek schrijven over zijn liefde en de manier waarop zijn vrouw hem heeft behandeld. Het is eind 19e eeuw geschreven, in de tijd waarop burgers in opkomst zijn en de adel hun haast vanzelfsprekend aanzien in de maatschappij aan het verliezen zijn en waarin vrouwen zich niet meer alles willen laten gezeggen. Een boek vol ellende. Al die conventies, de goede naam, de (ingebeelde) zenuwziekten...
  wannabook08 | Aug 23, 2015 |
Strindberg, August - Memoriale di un folle = Le plaidoyer d'un fou. - Dal quarto volume dell'autobiografia di August Strindberg scritta direttamente in francese tra il settembre 1887 e il marzo 1888, le citazioni selezionate narrano l'incontro dello scrittore con la baronessa Sirsi von Essen, moglie del barone Wrangel. La baronessa incinta dello scrittore lasciò il marito e ne seguì un rapporto travagliato che sconvolse la vita già tormentosa dello scrittore-drammaturgo-bibliotecario svedese, unione che sfociò in un clamoroso divorzio dopo che coppia ebbe altri tre figli. Le manie di persecuzione nella duplice figura del narratore dove l'io narrante e l'io autobiografico si appiattiscono in un'unica figura colta da frequenti e ossessivi accessi di gelosia sessuale si susseguono nella biblioteca Reale di Stoccolma, dove il bibliotecario si rifugia quasi a trovare tregua. Difficilmente avvicinabile, tormentato da indicibili angosce, la sua irriducibile possessività lo porterà a ben tre divorzi catastrofici, di cui quello con Sirsi sarà il più devastante. Memoriale di un folle, pur scritto successivamente, si riferisce al periodo in cui Strindberg ricopre il posto di amanuense alla Biblioteca Reale, il 1874, periodo in cui decide di diventare sinologo. Nel 1875 incontra Sirsi e la sposerà nel 1877. Nel 1882, dopo otto anni, lascia il posto alla biblioteca e si dedica alle indagini storiche sul popolo svedese, scriverà poesie, e numerosi drammi teatrali, facendosi ulteriormente sconvolgere dagli scritti di Kierkegaard che gli riapre i suoi drammi interiori di tipo religioso. "L'indomani della nostra partenza, tutta la capitale è informata del rapimento della baronessa da parte d'un bibliotecario della Biblioteca Reale. [...] Dalla mattina del mio ritorno, per far constatare il mio alibi, vado con un pretesto a salutare il capo bibliotecario, trattenuto a casa da una leggera indisposizione. (pag. 135) [...] "L'indomani, quando mi svegliai, era una di quelle scure e tiepide mattine d'agosto. Abbattuto e di mal umore, me n'andai alla Biblioteca, fin alle otto. Ne avevo la chiave e mi fu possibile passare tre ore da solo, prima dell'apertura. Girai per i corridoi tra la doppia fila dei libri, avvolto in quella solitudine deliziosa perché non era più isolamento. Un avvicinamento intimo si stabiliva tra gli spiriti migliori di tutte le età e il mio pensiero."(pag. 57) "Era il 13 Marzo 1875, a Stoccolma. Mi rivedo ancora nella Biblioteca Reale, che occupa un'ala intera del Palazzo Reale, nella vasta sala dalle pareti di faggio iscurito dal tempo, come la schiuma di mare d'una pipa bene ingrommata. L'immenso salone, ornato di cartigli rococò, ghirlande, catene e stemmi, circondato all'altezza del primo piano da un soppalco a colonnine toscane, mi si spalanca sotto i piedi come un abisso, immagine, coi suoi centomila volumi, di un gigantesco cervello in cui sono allineate le idee delle generazioni scomparse. Le due ali principali della sala, fornita in tutta la lunghezza di scaffali alti tre metri, sono separate da un corridoio che la percorre per intero. Il sole primaverile dardeggia attraverso i finestroni a crociera, lampeggiando sulle rilegature del Rinascimento in pergamena bianca e oro, su quelle in marocchino nero con fregi d'argento del XVIII secolo, quelle in vitello pieno a tagli rossi del XVIII secolo, o quelle in cuoio verde di moda sotto l'Impero, e sui cartoni a buon mercato attuali. Qui i teologi stanno accanto agli apostoli della magia, i filosofi ai naturalisti; e i poeti convivono pacifici con gli storici. E'un deposito geologico senza fondo, in cui, come in un pudding,si sono sovrapposti gli strati successivi segnando le tappe sempre nuove della stupidità o del genio umano. Mi ci rivedo ancora. Là sul soppalco circolare classificavano una collezione di vecchi libri, recente donazione d'un rivenditore di libri famoso e prudente, visto che s'era preoccupato d'assicurasi l'immortalità scrivendo sulla contraccoperta delle rilegature il suo ex libris dal motto:"Speravit infestis". Superstizioso come un ateo, non finivo mai d'essere impressionato dal quel motto che da una settimana mi ricompariva davanti agli occhi, ogni qual volta mi capitasse d'aprire un volume. Quel brav'uomo continuava a sperare fin nell'interno dei suoi libri; e per lui fu una fortuna..... Io invece avevo perso ogni speranza. La mia tragedia in cinque atti e sei quadri, con tre cambiamenti a vista, non la potevo far rappresentare. Quanto alla promozione come bibliotecario, per ottenerla avrei dovuto scavalcare altri sette addetti in soprannumero, e tutti in perfetta salute, di cui quattro godevano di rendite. Con venti franchi di stipendio al mese, una tragedia in cinque atti in fondo a un cassetto in soffitta, a ventotto anni suonati non si può essere che troppo inclini al pessimismo contemporaneo, a quel rinnovato scetticismo, così utile ai falliti che vi trovano una compensazione ai pasti saltati e sostituiscono il cappotto impegnato prima che l'inverno sia finito, con impegnatissime elucubrazioni. Membro d'un circolo di bohèmiens intellettuali ricalcano su un precedente circolo artistico, collaboratore di giornali seri e di riviste pompose che pagavano male, azionista d'una Società anonima costituita per tradurre la Filosofia dell'Inconscio di Edoardo Hartmann, iscritto ad una confraternita segreta di amore libero a pagamento, insignito del titolo senza valore di segretario del Re, autore di due atti rappresentati al Teatro Reale, arrivano a malapena a trovare di che nutrirmi per tirare avanti quale miserevole esistenza." (pagg. 27-28) [...] "La polvere dei libri spostati mi sta soffocando, apro la finestra sul Cortile dei Leoni, per respirare un po' d'aria fresca e aver sotto gli occhi un angolo di paesaggio." (pag. 29) [...] "Avevo dimenticato i libri: volgevo loro la schiena, il capo fuori della finestra, e m'immergevo con tutti i cinque sensi in questo bagno di sensazioni, quando la guardia che montava cominciò a sfilare in parata, al suono della marcia del Faust. Musica, bandiere, cielo blu, fiori, tutto m'inebriava, tanto che non m'accorsi dell'usciere che mi portava la posta." (pagg. 30) (Armando Curcio Editore, 1978?) [AdR]
  derobbio | Oct 19, 2008 |
BIBLIOTECA ADELPHI 657
  Vincenzop. | Feb 2, 2018 |
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Forfatter navnRolleHvilken slags forfatterVærk?Status
Strindberg, Augustprimær forfatteralle udgaverbekræftet
Aurell, TageOversættermedforfatternogle udgaverbekræftet
Klaver, Eveline H.Oversættermedforfatternogle udgaverbekræftet
Landquist, JohnOversættermedforfatternogle udgaverbekræftet
Lankester, ErikOversættermedforfatternogle udgaverbekræftet
Staaff, ErikRedaktørmedforfatternogle udgaverbekræftet
Westman, Erik L.Forordmedforfatternogle udgaverbekræftet
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