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La bustina di Minerva

af Umberto Eco

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Diese Texte enstanden f r die Kolumne "Bustine di Minerva" in der italienischen Wochenzeitschrift "L'Espresso" und wurden dort im italienischen Original verf̲fentlicht.
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Luna Park Eco - Malcostume. Invadenza tv... Dalla rubrica dell'Espresso, un libro. Con un ritratto gaudente e sovvertitore del Belpaese.
di Enzo Golino, L'Espresso 9 marzo 2000

Doveva essere un bel duetto nelle riunioni in casa editrice. A confronto, l'aplomb navigato di Valentino Bompiani, fecondo di idee e di iniziative, e l'irruenza giovanile del famelico enciclopedismo di Umberto Eco. Gli appunti dell'editore sulla scatola bianca delle sigarette Turmac venivano consegnati alla segretaria Maria Gargantini, incaricata di batterli a macchina o spillarli su fogli di carta. Gli appunti di Eco, invece, riempivano il retro di copertina delle bustine di Minerva, i celebri fiammiferi gloriosamente citati nei migliori dizionari.

A quell'oggetto, la sua "coperta di Linus", Eco è rimasto affezionato, una sorta di talismano, di feticcio. E il nome l'ha voluto come titolo della rubrica settimanale che iniziò sull'"Espresso" nel marzo 1985, pronubo l'allora direttore Giovanni Valentini, creando subito un forte legame con i lettori. Sotto lo stesso titolo, "La Bustina di Minerva" (Bompiani, pp. 345, lire 29 mila), Eco pubblica ora una scelta delle rubriche uscite negli anni Novanta (dal marzo 1998 il ritmo è quindicinale), integrata da qualche articolo più lungo e motivata da una breve introduzione.

Ma quanti sono gli Eco che, macinando realtà diverse, si affacciano nei pezzi, divisi in otto sezioni, del caleidoscopico volume? Il sociologo rende commestibili le più arcigne statistiche sull'immigrazione e sulla crescita zero demografica. Il linguista ammannisce un delizioso manualetto per dire le parolacce in società e inventa un epistolario fra un professore d'italiano e un idraulico per mimare la Babele della lingua nazionale. Il narratore dialoga argutamente con un cormorano delle isole Shetland impregnato di petrolio (satira impietosa dei disastri ecologici e dell'ecologia massmediatica) e spreme comicità romanzesca dalla esilarante riscrittura della fiaba di Cappuccetto Rosso secondo le norme del "politically correct" made in Usa.

E non è finita... Pensi di aver esaurito tutti gli Eco disponibili, ma dal bagaglio delle molteplici incarnazioni di questo Professor Proteo spunta l'erudito che sciorina un elenco di titoli e di autori il cui suono, di ubriacante elitismo, convince rapidamente ad amarli di passione forsennata (nonostante il sospetto che siano pura invenzione del subdolo bibliofilo). Nemmeno il tempo di una pausa, e dalle pagine si protende con scatto da centometrista il profeta visionario: intorno al 2150-2200, praticamente domani, «gli italiani saranno scomparsi dalla faccia della Terra». E «se si adottasse in tutto il mondo la soluzione d'emergenza» varata in Cina che «ogni coppia non può avere più di un figlio», nel giro di due o tre generazioni «perderebbero di significato le parole fratello, sorella, zio/zia, cugino/cugina».

Leggendo leggendo, si ha la sensazione di andare su e giù in un vagoncino delle Montagne Russe, massima attrazione del Luna Park Eco, questa Disneyland dei segni (sarebbe piaciuta a Roland Barthes) dove le idee, tradotte in vorace giornalismo culturale, rimbalzano da un effetto retorico all'altro. Un'altalena di allegra pedagogia, intimazioni semiserie, gelide incazzature, parodie scatenate. Una raffica di spot antropologici sull'italica specie (e non solo), sparata con il gusto carnevalesco e lo spirito gaudente e sovvertitore dell'antica goliardia medievale. Una garanzia di serietà. Del resto è il Medioevo, culla dei clerici vaganti protetti dal biblico diavolo Golia, uno dei secoli prediletti da Eco.

Il fulcro del divertito sovvertimento che anima il Paese delle Bustine, esplorato da un'Alice nascosta negli abiti e dietro la barba del noto semiologo, è il buonsenso. Non sembri una contraddizione. Magari è un'eresia. Nelle mani di Eco il buonsenso vero è un'arma micidiale per smascherare quello falso. Non è il buonsenso delle vecchie zie di longanesiana memoria, ma lo sguardo sull'altra faccia della realtà che manda in frantumi banalità sociali, finzioni individuali e collettive, opportunismi mentali, radicate impunità. Senza indulgere a dietrologie, Eco guarda alle spalle dei fatti e mette in primo piano, sotto le luci della ribalta, tutto ciò che la pubblica opinione non riesce più a percepire (o percepisce in modo opaco, distorto) perché impedita dalle idee ricevute, dalle mistificazioni dei media, dalla pigrizia del pensiero, da mitologie & pregiudizi.

Capita ogni tanto che il re si denudi da solo. Eco ne approfitta e aiuta ad accelerare lo spogliarello. Qualcuno ricorda lo spettacolo di varietà condotto negli anni scorsi da Corrado, uno dei migliori presentatori della nostra tv (scomparso nel giugno 1999). Si chiamava "La Corrida", una passerella di dilettanti allo sbaraglio allestita per la gioia sadica del pubblico. La trasmissione era via via diventata, per analogia, l'immagine riflessa di quella Seconda Repubblica che schierava protagonisti di riprovevole costume politico, barbaro linguaggio, ostentata incultura, propensione all'insulto. Eco scriveva la bustina nel 1995, i «dilettanti allo sbaraglio» a cui alludeva erano i più vistosi rappresentanti (non credo di forzare il suo pensiero) della Lega e dei berluscones.

Il successo della trasmissione voleva dire che la vita pubblica italiana si identificava in quel modello, se è vero che la cosiddetta gente comune ambiva (e ambisce tuttora) a partecipare a quel tipo di trasmissioni impudiche dove il privato si rovescia nel pubblico, panni sporchi compresi, e l'offesa si sostituisce alla polemica. Eco esortava a non stupirsi del consenso tributato da circa sette milioni di telespettatori poiché "La Corrida" ci ripete «chi siamo e cosa vogliamo, non celebra l'eccezione, bensì la regola. Corrado è il Goffredo Mameli dei nostri tempi». Il programma ha influenzato trasmissioni anche «più serie», come Eco aveva previsto.

Nel repertorio di controidee (ahi, manca l'indice dei nomi!) allestito in un decennio di bustine, emerge il profilo di un'Italia da cui Eco vorrebbe rimuovere le derive culturali più equivoche, gli aspetti più volgari, insulsi, lesivi della dignità e dell'etica. Responsabili amici e nemici. A destra e a sinistra. Tra le bestie nere, che gli provocano irritazioni e sarcasmi, uno dei posti d'onore spetta alle faziosità del neorevisionismo storico, suscitatrici di allergia da polline ideologico. Sull'Italia dei giornali il controllo è assiduo. Eco deplora la subalternità al Moloch televisivo, lo scandalismo dei falsi scoop, il cachinno del pettegolezzo. Sull'Italia dei rapporti fra giustizia e tv biasima la dannosità dei processi ripresi in video e si spinge fino a ipotizzare il reato di «attentato alla Costituzione». Sull'Italia degli intellettuali invita la categoria a rifiutare la funzione di «fiore all'occhiello» della classe politica, anche quando le viene richiesto di infilarsi in «un'asola rimasta vuota».

Potrei estrarre altri fotogrammi dell'appena trascorso decennio italiano, le cui propaggini ci accompagneranno ancora, dal mucchio delle istantanee scattate da Eco a misura di bustina. L'incerto destino del libro, la riduzione in schiavitù nel regno di Internet: palloni di chiacchiere sgonfiati a colpi di illuministici spilli. Il desolante concetto di intimità diffuso tra la gente scolpito in un aforisma: «Oggi la persona comune non desidera la privacy». La marcia antipedofili a Genova suscita un riflessione sulla scarsa sensibilità dei politici ai bisogni della collettività. Il necrologio di Ginger Rogers e la conseguente analisi del musical riverberano una fulminea critica della odierna "politica spettacolo". Strani ma efficacissimi cortocircuiti.

Efficace depuratore di liquami d'ogni genere, l'antologia termina con una bustina del 1997: "Come prepararsi serenamente alla morte". L'unico modo, spiega Eco al pensoso discepolo Critone, «è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni». Un miracolo di ottimismo stoico. Rassicurante. ( )
  MareMagnum | May 11, 2006 |
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