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La democrazia dispotica af Michele Ciliberto
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La democrazia dispotica (udgave 2011)

af Michele Ciliberto

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612,630,741 (3)Ingen
Medlem:AlbyVintage
Titel:La democrazia dispotica
Forfattere:Michele Ciliberto
Info:Roma : Laterza, 2011.
Samlinger:Dit bibliotek
Vurdering:***
Nøgleord:Ingen

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La democrazia dispotica af Michele Ciliberto

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Se il primo capitolo fosse stato messo come approfondimento in fondo al libro avrebbe avuto 5 stelle
ma così è una smarronata che appesantisce e svilisce anche i capitoli successivi invece di qualità e pieni di spunti.
Ma possibile che uno che si occupa di filosofia del diritto non sa che nel diritto la forma è sostanza.
Dare forma in maniere diversa a questo libro avrebbe dato una sostanza di altro valore.
E' meglio la dittatura populistica del paese dei balocchi berlusconiano che guarda ai sondaggi immediati o la tirannide dei mercati che
guardano agli spread all'inflazione al livello di indebitamento (e non quello sostenibile) al PIL (e non all'indice di felicità)?
Monti è proprio l'esempio del dominio dell'amministrazione sul parlamento lo fa con stile con buona fede ma lo fa.
Secondo qui risiede tanta parte dell'attualità di questo libro.
Il dominio culturale è l'inizio della fine (quello americano consumistico è solo uno dei possibili)

L'eccezzione è diventata la norma come avviene nelle situazioni dispotiche.
Max Weber 1919 parla dell'Italia come "cultura da cafè latino" o di "democrazia da strada"
Pag VIII Berlusconi è un caudillos. Il berlusconismo è una forma patologica della democrazia cioè il risultato della combinazione di, da
un lato distruzione identità collettive e dall'altro delle forme di passività. Con la crisi e la distruzione delle forme di auto-organizzazione e autogoverno
tipiche della "politica di massa" del novecento.
Pag XI "Berlusconi è inanzitutto un grande venditore; gli italiani cercavano un partito, in 3 mesi l'ha costruito e gli ha venduto". Berlusconi è estraneo alla politica.
Il nuovo "dispotismo democratico" è figlio diretto del declino della politica e si combatte ridando significato-valore alla politica.
Pag XII Berlusconi ha cavalcato l'antipolitica per ottenere il successo. Berlusconi non è antipolitica, ma il frutto della crisi delle forme del Novecento.
Pag XIII Berlusconi oltrepassa la politica con il suo "osceno" e "il suo maschilismo" e questo estende il cerchio del consenso. Alle radici del berlusconismo c'è la differenza dell'individualismo totalmente opposti ai movimenti di massa del Novecento.
Pag XIV le dinamiche sono dispotismo, plebiscitarismo, populismo, dinamiche di tipo carismatico. Per cercare di ristabilire il circuito di comunicazione governanti e governati. Le primarie del centro sinistra sorta di eterogenesi dei fini si è trasformato in un plebiscitarismo carismatico.
Problema delle "fonti" e delle "forme" della sovranità.
Pag XV E' nel secondo libro della "Democrazi in America" di Tocqueville che viene contrattualizzata la nuova specie di dispotismo.
Pag XVI Macchiavelli ha insegnato che senza politica non c'è libertà (MIO SARA' VERO? LA POLITICA E' ESSENZIALE ALLE FUNZIONI UMANE E SOCIALI IN UNA SOCIETA COMPLESSA?)
Pag XVI Nel novecento l'individuo era una goccia nel fiume della storia sia a destra (nazismo) sia a sinistra (stalinismo) l'opera era anti-invidualismo.
Pag XVII con la fine della politicizzazione di massa contro la quale Thomas Mann scrive pagine di fuoco in "considrazioni di un impolitico". Nessun individuo è disposto a scioglersi nella massa. Il nuovo "dispotismo democratico" è penetrato con nuovi mezzi creando un nuovo "senso comune" che ha generato nuove forme di soggezzione. Per riprendere una battuta di Marx (che a sua volta la riprendeva rovescandola da Rousseau) all'individuo sono
state sottratte le "forze proprie" e ne sono state sostituite altre che sono alla base della servitù.
Pag XVIII Il giovane Marx parla di riproporre il valore d'uso come chiave per uscire dalla schiavitù. Costruire nuovi vincoli di solidarietà (l'autore non piace il termine comunità)
LA DEMOCRAZIA DISPOTICA
Albert Camus si diceva che bisognava ottenere soprattutto la giustizia (come di Adam Smith) e per quanto riguardava la libertà ci si sarebbe pensato dpo come se degli schiavi possono mai spreare di diventare liberi.
Pag 4 Nella democrazia si può diventare tutti uguali e tutti schiavi (come paventava Montesquieu) o tutti uguali e tutti liberi. Quello che succede è lo sviluppo di un potere sociale che controlla tutti
Pag 6 Secondo Tocqueville (sulla scia di Macchiavelli) per avere libertà ed eguaglianza ci vuole un conflitto vero non di facciata.
Pag 7 Altro studioso è Jacob Burckhardt.
Pag 7-8 Sia per Tocqueville che per Burckhardt la rivoluzione francese è un'evento fondamentale.
Pag 8 Sia Tocqueville sia Burckhardt si interrogano sul destino dell'uomo e dei diritti individuali di fronte all'irrompere della rivoluzione francese. Tocqueville i governi forti hanno ripugnanza per la genialità.
Pag 10 Apatia, indifferenza e quindi di servitù che si trova nell'epoca del "dispotismo democratico". Il potere che si erge sopra la gente è assoluto, minuzioso, previdente e mite (1835 Democrazia in America).
Pag 11 Secondo Tocqueville nell'epoca aristocratica si era più liberi perchè c'erano contrafforti capaci di contenere il potere del sovrano e non c'era il livellamento moderno. Senza conflitto, senza opposizione non c'è libero arbitrio ne progresso della società ne potenza dello stato.
Pag 12 Nel contratto sociale di Rousseau si dice esattamente che il popolo si illude di essere libero, ma lo è per un attimo solo nell'elezione, appena sono eletti torna ad essere schiavo.
Pag 13 I contemporanei sono tormentati da due passioni contrastanti: bisogno di essere guidati e voglia di restare liberi e non potendo liberarsi dell'uno e dell'altro cercano di soddisfarli contemporaneamente.
Pag 14 Lo stato moderno è frutto da un lato della centralizzazione amministrativa tipica dello stato assoluto e dall'altra della spinta livellatrice democratica.
Pag 15 Napoleone
Pag 16 La storia moderna è un lungo processo di "crisi" della politca a favore dell'amministrazione (direbbe il mito Galbraith della Tenostruttura)
Pag 16-17 Marx e Tocqueville sul processo centralizzatore della Rivoluzione Francese
Pag 17 Marx la Comune è stata la rivoluzione contro lo stato. La base della democrazia. Per Tocqueville l'uguaglianza spinge a concentrarsi su se stesso.
Pag 19 Nuova politica come scienza dei legami.
Pag 23 La democrazia è un fatto che un governo può regolare, ma non arrestare.
Pag 24 Democrazia cioè eguaglianza delle condizioni, significa (in America) mobilità sociale e politica.
Pag 25 In America religione è l'ala dissidente del protestantesimo. In America no accentramento amministrativo (non assoluto ma molto forte) "In America il popolo è un padrone al quale è necessario compiacere fino agli estremi del possibile" Tocqueville (Forse e sottolineo forse nel 1835 oggi si compiacciono le lobby) Nel comune in Usa governati e governanti sono fusi.
Pag 27 L'attività politica comunale (e qui sottolinerei dicei volte) è incentivata pagandola sia in America che ad Atene. Chi non mi interessa del bene comune non è ozioso ma inutile (Tulcidide nella Guerra del Peloponneso)
Pag 29 Per Tocqueville in America il primo valore è e resta la libertà (qui è inutile che dica la differenza tra libertà sostanziale e formale) in Europa l'obiettivo fondamentale è l'eguaglianza. Gli americani non hanno fatto rivoluzioni per ottenere libertà, ma solo sterminio per ottenere la libertà (ma solo sterminio per ottenere la terra, quindi molto più cruenta della strada Europea).
Pag 30 La moltitudine quando è messa a governare ha molto più chances di qualsiasi governo monarchico. Tocqueville ha l'ossessione della tirannide dell'epoca della rivoluzione francese che ha portato al terrore.
Pag 35 "il vero modo per arrivare al potere era l'energia, l'audacia, la violenza" Tocqueville La Rivoluzione (sembrano i motti futuristi e dannunziani).
Pag 37 Rivoluzione francese antireligiosa e per l'eguaglianza, Rivoluzione inglese religiosa e per la libertà.
Pag 40 E' dunque a causa della sua stessa forza (centralizzatrice e populista) e non della sua debolezza, che (gli USA) rischieranno un giorno di perire.
Pag 45 L'eccesso politico (USA) non è meno pericoloso dell'eccesso amministrativo (Francia). Tutti i figli di Jean-Jac Rousseau.
Pag 46 Tocqueville "L'idea dei diritti non è altro che l'idea delle virtù introdotta nel mondo politico"
Pag 50 L'amore cieco e disorientato per l'ordine ha portato Napoleone al potere. Attraverso l'azione reciproca degli uomini sugli altri le idee le coscienze si rinnovano.
Pag 53 Tocqueville quello che temo di più non sono le rivoluzioni, ma la fissità delle istituzioni, i pregiudizi.
Pag 55 Prima delle istituzioni cioè che conta sono sentimenti e credenze.
MARX
Pag 56 L'eguaglianza politica della rivoluzione francese non toglie le diseguaglianze reali della società civile.
Pag 57 Nel 1843-1844 per Marx il luogo dove vivere libero è costituito dall'uomo generico feuerbachiano, il quale nell'unità del "genere" (Gattung) riunifica, superandole, l'opposizione tra "politica" ed "economia" ponendo le condizioni antropologiche e sociali di una nuova epoca dell'umanità nella quale è, strutturalmente tolta la distinzione tra valore d'uso e valore di scambio. Dopo pochi mesi Marx non usa più il concetto di "genere" ma di classe.
Pag 60 Nel mondo antico non c'è distinzione tra stato e società civile. Agli occhi del (sottolineo IO GIOVANE) Marx l'emancipazione politca o è troppo o è troppo poco.
Pag 60-61 Tocqueville vede nella democrazia un'indebolimento antropologico di Marx.
Pag 62 Per Marx nella democrazia lo Stato è solo un particolare contenuto di esistere del popolo quindi la vera democrazia è senza Stato.
Pag 63 Nella democrazia è lo stato che si oggettiva nel popolo. C'è tensione tra "costituzione" e Stato perchè il popolo è una pluralità di contenuti senza primato dell'uno (Stato) sugli altri. Prospettiva ultrapolitica di Marx.
Pag 64 Hegel parte dallo Stato e fa dell'uomo lo Stato soggettivato la democrazia parte dall'uomo e fa dello Stato l'uomo oggettivato.
Pag 70 Le sfere particolari dovevano mettere in discussione il sistema piuttosto che cercare un ruolo all'interno.
Pag 71 Se c'è confusione tra Stato e società civile si è nel medioevo. Nel medioevo c'era democrazia dell'illiberalità (cioè servitù)
Pag 73 Nel medioevo, secondo Marx, tutti uguali e tutti servi del signore.
Pag 75 Per paura della dittatura montagnarda si è ridotto il potere legislativo.
Pag 80 Per Marx dove c'è religione c'è discriminazione, o si diventa atei o la religione è un fatto privato.
Pag 81 Per Marx i diritti civili sono solo un luogo di occultamento delle reali diseguaglianze.
Pag 82 Per Marx i diritti dell'uomo scissi dai diritto dei cittadina non sono altri che dirtti dell'uomo egoista.
Pag 83 Per Marx l'anatomia della società civilie è da cercare nell'economia politica.
Pag 84 L'emancipazione umana deve essere di genere. L'america settentrionale ribadisce Marx, è il paese della religiosità per eccellenza.
Pag 85 Nello Stato feudale gli elementi costituenti la società civile erano elevati a componenti della vita dello Stato (mio potremmo dire che il diritto privato definiva in tutto e per tutto il diritto pubblico).
Il medioevo finisce con la rivoluzione francese quindi con la rivoluzione politica.
Pag 86 In sostanza nella "Questione Ebraica" cade l'affermazione fatta nella "critica della filosofia Hegeliana" come un passo avanti quello di dividere stato e società civile (fatto della Rivoluzione Francese) che invece viene messo in luce la distruzione dei legami solidali l'egoismo di questo passaggio.
Pag 86 Marx quindi si avvicina a Tocqueville nella "Questione ebraica" sostenendo che quando c'è un sovrano nella società in qualche modo esistono maggiori legami solidali . Tutto dipende che valore dai alla società civile (egoismo o solidarietà).
Pag 87 Quello che è positivo è stato dare dignità a interessi politici rispetto a quelli privati del sovrano, ma come si è configurato realmente questo processo? Si è verificato con un processo parallelo da un lato idealismo dello stato dall'altro materialismo della società civile.
Pag 89 Nella costituzione si perde come riferimento l'homme si perde come riferimento il citoyen quello che si usa come riferimento e il Bourgeois. Per Marx la politica non è per motivi strutturali il luogo possibile dell'emancipazione a questo punto Marx non verrà mai più meno
Pag 90 Differenza secondo Marx tra emancipazione umana e emancipazione politica
Pag 91 La politica secondo Marx deve uscire dall'astrazione. E per emancipare l'uomo deve quindi criticare la politica.
Pag 92 Culmine della similitudine tra Marx e Tocqueville per entrambi la rivoluzione politica causa la CRISI DEI LEGAMI
Pag 93 Come risolvere è ovviamente diverso per Marx soluzione è pensarsi come genere (MIO ATTENZIONE POI PENSARSI COME CLASSE) e per
Tocqueville è nell'associarsi nelle relazioni (mio entrambi sono fondamentali uno quello giovanile di Marx non esclude l'altro)
PAg 95 Tocqueville "In un paese democratico, chi è forte è solo lo stato". Una nazione "ricca e popolosa" può diventare "facilmente conquistatrice" (mio l'alto senso dello stato la cultura presente nel linguaggio
di tanti termini guerreschi ha portato i tedeschi a fare guerre cruente ed ora guerre democratiche con gli spread). Tocqueville stati aristocratici conquistano meno, ma son oanche più difficilmente conquistati (mio per gli U.k vale la seconda parte parte ma non la prima) perchè trovano piccolo focolai di resistenza.
Pag 96 Thomas Mann Considerazioni di un impolitico. Machiavelli nel Principe dice che è molto difficile soggiogare un popolo che ha come capi un principe e dei baroni piuttosto che soggiogare un popolo che ha un principe e degli schiavi
Pag 97 In Thomas Mann il piano è quello della Kultur cioè della COMUNE CIVILTA'.
Pag 98 Quello che prevale non è essere politico democratico o conservatore. La fede nella politica è la fede nella democrazia nel contract social (MIO molto perplesso uso può far finta di avere fede per poi spingere l'opinione su posizioni reazionarie). Jean Jacques Rousseau è il padre dello spirito politico.
Pag 101 Mann mentre pensa di costruire, sta invece contribuendo con la sua opera d'artista alla demolizione del mondo dal quale quell'opera è scaturita. Mann è reazionario ma antinazista.
Pag 102 Benedetto Croce si considera amico di Thomas Mann e a lui dedica la Storia d'Europa. Croce sottolineava (nelle recensioni alla Critica di Mann) la necessità che l'aristocrazia (cioè le classi dirigenti) si confronti con il "volgo" quando voglia esprimere una effettiva direzione egemonica a iniziare, ovviamente, dalle "moltitudini"
Pag 103 Secondo Croce Marx è più moderato di Mazzini. Secondo Croce bisogna essere grati a Marx per aver aiutato a renderci insensibili alle alcinesce seduzioni della Dea della Giustizia e dell'umanità (Alcina decrepita maga sdentata, che mentiva le sembianze di florida giovane). Croce però a differenza di Mann rifiuta l'impoliticità. Croce aveva esplicitametne
sottratto Marx alla democrazia, sostenendo che "il rigetto del socialismo utopistico" aveva significato il "rigetto assoluto dell'idea di eguaglianza" (Croce in morte del socialismo)
Pag 104 Il concetto di lotta di classe è introdurre un concetto di tipo biologico (darwiniano MIO non dimentichiamoci anche dei concetti darwiniani nell'estremismo neo liberista di Jeremy Bentham..vedi il mito di Galbraith)
Pag 104 Per croce vi è opposizione frontale fra socialismo marxista e l'astrattismo della mentalità massonica di matrice illuminista e giacobina. Per croce la fine del socialismo è dovuto al dilagare della mentalità massonica (cioè della democrazia). Il socialismo ha avuto grandi meriti
ostacolare nuove guerre, innalzamento delle condizioni di vita, promuovere studio storia economica.
Pag 105 Sia Marx che Croce criticano il carattere astratto degli illuministi alla Rousseau.
Pag 106 per Croce massa e aristocrazia non sono separabili.
Pag 107 Bisogna educare le masse e metterle in condizioni di libertà affinchè si educhino da se.
Pag 108 Per gli artisti non bisognerebbe inculcare l'apoliticismo ma il simpoliticismo cioè l'interessamento alla politica come ogni altra cosa della vita umana.
Pag 111 liberlismo e democratismo, per Croce, coincidono e al tempo stesso divergono coincidono in quanto non vogliono sapere di domini dall'altro divergono in quanto la democrazia è un concetto astratto del sec. XIX mentre il liberismo è un concetto concreto del Sec. XVIII
Pag 112 Solo nella dimensione di liberismo e di democrazia c'è il progresso della civiltà.
Pag 112 Per MAx Weber l'apoliticismo è il segno dell'eredità di Otto Von Bismarck dove l'amministrazione la burocrazia domina.
Pag 112 Il dominio della burocrazia reso possibile in germania dall'assenza politica.
Pag 114 Weber nei libri Economia e Società e Sociologia della religione dice che nell'epoca della "politicizzazione di massa" e della demagogia la politica o è "crarismatica" o non è . Weber individua tre tipi puri di
potere legittimo: il razionale, il tradizionale, il carismatico.
Pag 116 Weber "il profeta e il salvatore di regola erano legittimati dal possesso di una carisma magico"
Pag 117 Sta qui l'originalità della posizione di Weber la messa a fuoco della tensione tra potere carismatico e potere burocratico; negli stati di massa per Weber il risvolto carismatico è ineliminabile.
Pag 118 La forma carismatica non consente un processo ordinato di avanzamento. Neppure uno stipendio o una disciplinata preparazione. Il carisma non si si oppene solo al potere burocratico si oppone ad ogni dimensione istituzionale
Pag 119 Il carisma ha carattere eccezionale e rivoluzionario e finisce quando si piega alla tradizione.
Pag 120 Nella lotta politica in parlamento avviene la selezione dei leader per Weber. Il ragionamento di Weber funziona solo se i migliori sono in parlamento.
Pag 122 Croce al contrario di Weber dice nel 1912 che non c'è alcun bisogno dei partiti nel 1922 invece Croce si rende conto che siamo nella società della "politicizzazione di massa".
Pag 123 Croce come osserva Gramsci nei quaderni rimase estraneo a una concezione moderna della politica
Pag 124 Gramsci libro sul fascismo "data la debolezza della classe imprenditoriale italiana l'unico vero storico partito borghese è la massoneria"
Pag 125 Gramsci critica la carismaticità quando non è capace di pensare ai tempi lunghi. Gramsci "l'elemento popolare sente, ma non sempre comprende o sa, l'elemento intellettuale 'sa' ma non sempre comprende e specialmente 'sente'"
Pag 126 Nei rapporti carismatici le masse sono passive.
Pag 128-129-130-131 RIASSUMONO TUTTE LE PAGINE PRECEDENTI ALLUCINANTE!!!!
Pag 131 Il tema centrale è la ricostruzione dei legami! Tocqueville il particulare l'egoismo trasforma in servi
Pag 132 SEnza legami (politici, sociali) non si esce dalla servitù.
Pag 132-133 Berlusconi è dispotismo questo "successo" si basa sulla crisi della politica, mezzi di comunicazione, individualismo.
Pag 134 libro sulle atrocità dei regimi totalitari di sinistra Una toma per Boris Davidovic di Danilo kis
Pag 135 la funzione del "capo" è stata descritta in pagine assolutamente imperdibili da Gadda in Eros e Priapo
Pag 136 Drving Babbitt autore nel 1924 di Democracy and Leadership. La crisi della politica parte dal 1968 con alcune istanze radicali.
Pag 137 Si spezza il legame tra socialismo e marxismo si ripesca Proudhon contrapponendolo a Marx come se la miseria della filosofia non fosse mai stata scritta, inizia ad andare di moda Heidegger.
Pag 138 Craxi pur con tutti i limiti comprende la nuova trasformazione in atto e la crisi dei vecchi strumenti teorici e politici. Il PCI non riesce a dare voce alle nuove tematiche dell'individuo rimane a una concezione di massa novecentesca.
Pag 140 Il PCI ha liquidato il bagaglio di idee dimenticando che la politica come sapeva bene Antonio Labriola ha bisogno di "simboli" e "bandiere". L'individualismo come dice Stuart Mill è un valore positivo in una società di massa come le nostro (mio: booh mah???) ma se non è governato nel senso dell'emancipazione
declina verso il reazionario come dimostra la storia.
Pag 142 Il dispotismo, anche quello democratico, si pone in modo costante come obiettivo distruggere gli strati intermedi.
Pag 142 Parlare di "capitale" e "lavoro" è diventato inattuale quasi blasfemo: come se il dispotismo non si fonda su rapporti materiali specifici.
PATOLOGIE DELLA DEMOCRAZIA
Pag 146 Sostituire l'arbitrio alla legge è la base del dispotismo
Pag 147 Alla certezza del diritto Hobbes sacrifica addirittura la libertà. Anche in Macchiavelli è centrale il legame tra "buoni esempi" "buona educazione" e "buone leggi" Uno stato senza leggi finisce nel marasma. Se sia il popolo che il principe
sono ancorati alle leggi si vedrà più virtù nel popolo che nel principe.
Pag 148 Italia società gerarchizzata incapace di dare spazio alle nuove generazioni.
Pag 149 L'apologia del cambiamento per far si che sia tutto fermo. Acuirsi delle diseguaglianze e livellamento verso il basso della società italiana.
Pag 151 I media hanno lavorato per distruggere la "religione civile" dell'anti-fascismo elemento fondante della costitutzione. I sudditi del nuovo dispotismo si fanno
"servi della gleba" per libero arbitrio. Non si smette di dire il Berlusconismo è una patologia democratica.
Pag 152 La protezione civile usando la logica dell'emergenza si è cercato con ogni modo di sottrarla al controllo del parlamento. Il presidenzialismo porterebbe un dispotismo senza contrappesi (come invece è stato napolitano).
Pag 153 Nel nuovo dispotismo la politica è al servizio dell'economia (intesa in senso più basso cioè solo interessi materiali) senza mediazione.
Pag 154 La tV ha passivizzato le masse (mio: deo grazia i nuovi media hanno riattivata anche con esiti contrastanti come Londra e esiti positivi come Primavera Araba)
Pag 156 La chiesa ha preteso di essere al tempo stesso dentro la lotta e arbitro ed ha ritenuto il ruinismo che per fare questo era meglio schierarsi con Berlusca.
Pag 158 Punto di svolta è la vicenda del direttore dell'Avvenire e la lettera di Bagnasco del 18 marzo 2012 che si rifà non a caso a Rosmini.
Pag 160 senza politica non c'è libertà (mio: affermazione forte ideologicamente forse non vera ma in pratica si)
Pag 162 la centesimus annus di Giovanni Paolo II accusa contro individualismo.
Pag 162-163 Il PD è frutto di una scelta difensiva
Pag 164 Jacques Delors. Si può perdere un'elezione, dopo 5 anni magari si vince. MA non si può perdere l'anima e la bussola"
Pag 165 Creare un partito dei diritti civili e politici per tutti
Pag 167 Anche il venir meno delle case del popolo ha favorito l'avvento del dispotismo democratico.
Pag 168 La piazza l'agorà lasciata a se stesso finisce vittima dei demagoghi.
Tertium non datur
Pag 171 primarie e leader carismatici sono un tutt'uno
Pag 173 La vera democrazia per Kant "pace perpetua" è dove esecutivo distinto dal legislativo.
Pag 174 Kant è contro la democrazia diretta di Rousseau
Pag 179 Autogestione è il simbolo della rottura dei legami. Il problema oggi sarebbe poco meritocrazia. Ma non è il problema prioritario il problema è l'eccessive diseguaglianze.
Pag 180 Quello che caratterizza il nostro tempo è l'accettazione delle diseguaglianze e l'arbitrio come norma.
Pag 181 Il dominio dei fantasmi delle paure sul concreto che genera il dispotismo. Il berlusconismo ha fatto dell'impoliticità o dell'anti-politicità il suo vessillo.
Pag 183 Macchiavelli senza conflitto non c'è libertà Macchiavelli nei libro dei "Discorsi".
Pag 184 L'Italia si è sviluppata di più quando c'erano conflitti con la CGIL di Di Vittorio ad esempio.
Pag 185 Conflitto incanalato nelle regole.
Pag 186 Combattere la passività degli individui.
Pag 187 Kant l'illuminismo è uscire dalla Minorità cioè servirsi dell'intelletto senza la guida di un'altro. ( )
  AlbyVintage | Aug 7, 2012 |
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