American Psycho: B. E. Ellis

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American Psycho: B. E. Ellis

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1ousia
nov 22, 2012, 6:05 am

Salve amici lettori,
vi sottopongo una riflessione sull'ultimo libro letto, il celebrato American Psycho. Dopo centinaia di libri letti, in questo caso mi è venuta voglia non solo di interrompere la lettura, ma addirittura di gettare il volume nella spazzatura, cosa sacrilega per un bibliotecario. Non ho buttato il libro solo per rispetto della carta con cui è stampato.
Mai avevo letto qualcosa di tanto disgustoso, immondo e fine a se stesso. Mi chiedo come sia possibile pensare di pubblicare simili porcherie, tanto più considerarle "letteratura". Alla lettura di alcuni passaggi "noir" mi sono chiesto che senso avesse dare "pubblicità" alle perversioni fantastiche di una persona (neanche di un autore). Non si tratta di censurare il libero pensiero, la libera creatività, si tratta di chiedersi come un editore possa pensare che talune insulse fantasticazioni possano avere una minima credibilità.
Meglio tacere sulla inconstistenza dei personaggi, sulla sottigliezza della trama (trama?), e così via. C'è solo un affastellato aggregato di frustrazioni che prendono vita sotto forma di scrittura. Deludente? No, sconcertante. Bisogna chiamare le cose con il loro nome: non si tratta di leggere un testo per "passatempo", si tratta di porcheria.
Eppure le stellette di gradimento non mancano. Ho letto troppa filosofia io? Questa è "letteratura"?
Vi ringrazio
VALE
Ousia

2AlbertoGiuseppe
dec 3, 2012, 12:35 pm

Mi dispiace, ma mi sa che lei - se non e ironico - confonde un opinione personale con una critica, o un analisi. Il libro non e (per niente) a fine di se stesso ma descrive, con prescienza, la direzione di una società autoreferente e senza una contestualità' delle cose, delle persone, della significanza. Appunto, American Psycho. Poi la traduzione in Italiano e anche scritto tecnicamente meglio del originale. La violenza descritto non e gratuito ne perverso in se ma piuttosto metaforica e descrittiva, e rimane nebuloso se o quanto sia vera o non. Meglio dire 'Non e mio genere', e 'Non l'ho capito e non mi interesse...per me e troppo violento,' ecc. E un gran libro, non un mio preferito ma merita in pieno la sua reputazione.

3dzog
dec 18, 2012, 10:23 am

ho letto il libro anni fa e mi è capitato di vedere il film in tv (che trovo molto aderente al libro) con Patrick Bateman. La stessa reazione che ha avuto ousia l'ho avuta io nei confronti del libro di Christopher Fowler "Canti di Morte". Questo libro composto di racconti di horror mi aveva (anni fa) talmente disgustato e sconvolto che lo prestai ad una amica. Poi, purtroppo, non ebbi la forza di regalarlo per gli stessi motivi di ousia: il rispetto della carta con cui è stampato... e di fatti è nella mia libreria (ancora non catalogato su librarything).

In risposta ad AlbertoGiuseppe (tuttoattaccato?) e di come gli americani considerino "letteratura" anche ciò che è "spazzatura" penso di dire che da un punto di vista cinematografico (faccio questo esempio perchè raramente leggo libri del genere "serial killer") negli ultimi anni nei film americani c'è una esaltazione della violenza fine a sè stessa: penso a partire da "Seven" di Fincher fino ai vari "Saw" e anche appunto a "American Psycho".
Non voglio dire che non ci fosse violenza anche nei film precedenti a questi, ma ad esempio in Cane di paglia (Straw Dogs), regia di Sam Peckinpah (1971) la violenza ha un significato molto diverso, criticabile ma da comprendere a differenza del narcisismo e della psicopatia del protagonista di "American Psycho".
D'altronde io non sono un critico universitario ma un semplice lettore e per gusto personale non approvo questo genere di "letteratura".
Io posso essere sensibile come carattere ma ci possono essere altri lettori più influenzabili nei quali si possono innescare "strane" e non richieste "fantasie" da applicare nella vita reale...
La letteratura può essere d'ispirazione per il bene, per il male o per il semplice sollazzo dipende dal carattere della persona