Virginia de Winter
Forfatter af Black Friars. L'ordine della spada
9 Works 84 Members 14 Reviews
Om forfatteren
Omfatter også følgende navne: Virginia De Winter, Virginia de Winter
Serier
Værker af Virginia de Winter
Le soglie del buio (Black Friars, #3.5) 3 eksemplarer
Outtakes 1 eksemplar
Oscure gioie: Bijoux de Deuil 1 eksemplar
Satte nøgleord på
2017 (1)
black-friars (4)
da_autori_e_caseeditrici (1)
ebog (13)
ebook.epub (1)
epub (1)
Fantasy (3)
fantasy di costume (1)
Fantasy Storico (1)
fantasy urbano (1)
favorites (4)
gothic (1)
Gyser (1)
home-library (1)
homoseksualitet (1)
import by goodreads (6)
italiensk litteratur (1)
kobo (1)
lgbt (1)
mm-bl-lgbt (1)
nutidig (4)
owned-physical (4)
read 2010 (1)
read in 2012 (1)
romance uomo/uomo (1)
Skal læses (19)
vampyrer (3)
XXI (3)
Almen Viden
- Kanonisk navn
- de Winter, Virginia
- Køn
- female
- Nationalitet
- Italy
Medlemmer
Anmeldelser
Markeret
lasiepedimore | Jan 12, 2024 | Se avessi letto questo romanzo per sostenere un esame di comprensione del testo, sarei fregata: è costruito in maniera così confusa che non scherzo dicendo che c’ho capito poco o niente e che non sarei assolutamente in grado di spiegarlo a chicchessia…
Il problema principale de L’Ordine della Spada, infatti, è proprio la costruzione dell’intero romanzo: pare che l’editor fosse in vacanza quando De Winter ha presentato il suo lavoro a Fazi, altrimenti io non mi spiego come sia possibile la presenza di così tante scene inutili ai fini della storia. C’è davvero un quantitativo abnorme di pagine superflue che annacquano la storia, vanificando qualunque tentativo di colpo di scena o suspense.
Un esempio lampante si ha quando Ashton, un antico vampiro, dice a Eloise, la nostra protagonista umana, di aver bisogno del suo aiuto per fare qualcosa, ma noi non scopriremo in cosa consista questo aiuto per decine di pagine – e nel frattempo i due se ne vanno in giro a fare cose, senza che chi legge abbia una vaga idea del perché. Ecco, questo è un po’ l’andazzo del romanzo…
Un altro problema importante è la definizione del world building: non sembra che De Winter ci tenga a farci sapere come funziona il mondo fantastico da lei creato. Per esempio, qualcun@ ha capito che diamine è il Presidio? Ho capito che non è ben frequentato, ma per il resto è un enorme mistero… Ci sono anche questi Frati Neri, queste strane nebbie, vampiri e demoni a caso e poteri assortiti che non si capisce bene come funzionino… insomma, una gran confusione.
Tutto questo caos, poi, è tenuto insieme da uno stile barocco che ammetto non essere uno dei peggiori che abbia letto nella mia vita, ma è capace di tirare fuori cose come sguardo friabile come foglie secche e doloroso come strapparsi una lama dal petto (chi di noi non si strappa ogni giorno lame dal petto, è una sensazione ben conosciuta, no?).
Comunque, avremmo potuto ancora salvare la situazione se l’autrice ci avesse regalato dei buoni personaggi: invece, nemmeno su questo fronte posso dare un parere positivo. Innanzi tutto mi ha messo un sacco a disagio leggere di questa ragazza, Eloise, circondata da ragazzi che, a vario titolo, le ronzano intorno, flirtano con lei, la proteggono e via dicendo, senza dirle perché lo fanno, come se fosse un’ape regina che deve adempiere ai suoi compiti senza fiatare e accettare l’ingerenza altrui come normale.
E i suoi rapporti con questi ragazzi pronti a immolarsi per lei sono tutt’altro che idilliaci: la prendono, la strapazzano, la strattonano, le mentono, fanno sì di chiuderla in una cella… ordinaria amministrazione, insomma. Vi lascio un esempio di interazione tra Eloise e Axel, che dovrebbe essere il suo Vero Amore™:
La trascinò davanti alla larga specchiera che sormontava una cassettiera e tenendola per le spalle la obbligò a vedere quello che anche lui aveva visto. Scarmigliata e pallida, con le lacrime secche sulle guance, il vestito e il mantello impolverati, le mani ferite. La scrollò lievemente e nella forza contenuta di quelle mani Eloise avvertì il freno che lui si era imposto per non scuoterla fino a farle battere i denti. La tenne così, ferma contro il proprio petto, le mani che le affondavano nelle spalle come se volessero raggiungere le ossa.
Un amore, vero? E non è l’unico caso in cui la violenza è normalizzata: uno degli elementi che mi hanno lasciato più perplessa nel world building è stata la presenza del bullismo nella scuola frequentata da Eloise&co. De Winter fa candidamente dire ai suoi personaggi che nella scuola si bullizzano le matricole perché così imparano l’umiltà, soprattutto se vengono da famiglie ricche e altolocate (per poi affermare che le persone, se erano stronze prima, tali rimangono… viva il metodo scientifico!).
Insomma, a dispetto della valanga di ottime recensioni che ho trovato su Goodreads, ho trovato questo romanzo davvero tremendo e, se fossi in voi, gli girerei alla larga: anche perché è lungo quasi settecento pagine e posso assicurarvi che se ne sente tutto il peso...… (mere)
Il problema principale de L’Ordine della Spada, infatti, è proprio la costruzione dell’intero romanzo: pare che l’editor fosse in vacanza quando De Winter ha presentato il suo lavoro a Fazi, altrimenti io non mi spiego come sia possibile la presenza di così tante scene inutili ai fini della storia. C’è davvero un quantitativo abnorme di pagine superflue che annacquano la storia, vanificando qualunque tentativo di colpo di scena o suspense.
Un esempio lampante si ha quando Ashton, un antico vampiro, dice a Eloise, la nostra protagonista umana, di aver bisogno del suo aiuto per fare qualcosa, ma noi non scopriremo in cosa consista questo aiuto per decine di pagine – e nel frattempo i due se ne vanno in giro a fare cose, senza che chi legge abbia una vaga idea del perché. Ecco, questo è un po’ l’andazzo del romanzo…
Un altro problema importante è la definizione del world building: non sembra che De Winter ci tenga a farci sapere come funziona il mondo fantastico da lei creato. Per esempio, qualcun@ ha capito che diamine è il Presidio? Ho capito che non è ben frequentato, ma per il resto è un enorme mistero… Ci sono anche questi Frati Neri, queste strane nebbie, vampiri e demoni a caso e poteri assortiti che non si capisce bene come funzionino… insomma, una gran confusione.
Tutto questo caos, poi, è tenuto insieme da uno stile barocco che ammetto non essere uno dei peggiori che abbia letto nella mia vita, ma è capace di tirare fuori cose come sguardo friabile come foglie secche e doloroso come strapparsi una lama dal petto (chi di noi non si strappa ogni giorno lame dal petto, è una sensazione ben conosciuta, no?).
Comunque, avremmo potuto ancora salvare la situazione se l’autrice ci avesse regalato dei buoni personaggi: invece, nemmeno su questo fronte posso dare un parere positivo. Innanzi tutto mi ha messo un sacco a disagio leggere di questa ragazza, Eloise, circondata da ragazzi che, a vario titolo, le ronzano intorno, flirtano con lei, la proteggono e via dicendo, senza dirle perché lo fanno, come se fosse un’ape regina che deve adempiere ai suoi compiti senza fiatare e accettare l’ingerenza altrui come normale.
E i suoi rapporti con questi ragazzi pronti a immolarsi per lei sono tutt’altro che idilliaci: la prendono, la strapazzano, la strattonano, le mentono, fanno sì di chiuderla in una cella… ordinaria amministrazione, insomma. Vi lascio un esempio di interazione tra Eloise e Axel, che dovrebbe essere il suo Vero Amore™:
La trascinò davanti alla larga specchiera che sormontava una cassettiera e tenendola per le spalle la obbligò a vedere quello che anche lui aveva visto. Scarmigliata e pallida, con le lacrime secche sulle guance, il vestito e il mantello impolverati, le mani ferite. La scrollò lievemente e nella forza contenuta di quelle mani Eloise avvertì il freno che lui si era imposto per non scuoterla fino a farle battere i denti. La tenne così, ferma contro il proprio petto, le mani che le affondavano nelle spalle come se volessero raggiungere le ossa.
Un amore, vero? E non è l’unico caso in cui la violenza è normalizzata: uno degli elementi che mi hanno lasciato più perplessa nel world building è stata la presenza del bullismo nella scuola frequentata da Eloise&co. De Winter fa candidamente dire ai suoi personaggi che nella scuola si bullizzano le matricole perché così imparano l’umiltà, soprattutto se vengono da famiglie ricche e altolocate (per poi affermare che le persone, se erano stronze prima, tali rimangono… viva il metodo scientifico!).
Insomma, a dispetto della valanga di ottime recensioni che ho trovato su Goodreads, ho trovato questo romanzo davvero tremendo e, se fossi in voi, gli girerei alla larga: anche perché è lungo quasi settecento pagine e posso assicurarvi che se ne sente tutto il peso...… (mere)
Markeret
lasiepedimore | 6 andre anmeldelser | Jan 11, 2024 | Markeret
Sara_Lucario | Oct 19, 2021 | Black Friars è il libro di esordio di Virginia de Winter, meglio conosciuta nel web come Savannah: una delle scrittrici di Dramione (coppia Draco Malfoy/Hermione Granger) di EFP, l’archivio di fanfiction’s più grande e conosciuto d’Italia.
Virginia de Winter sa scrivere in modo assolutamente divino. La sua capacità di giocare con l’astratto e l’eleganza della sua prosa fanno di questa scrittrice una delle future punte di diamante del fantasy italiano. Su questo non ci sono dubbi e, dobbiamo ammetterlo, la Fazi Editore ha fatto proprio un gran bel colpo scoprendola e portandola nelle case italiane.
Black Friars è un bel malloppo di circa 700 pagine farcito di descrizioni deliziosamente evocative, d’amore, d’odio, passione, ira, tradimenti, amicizia… e il tutto è scritto con una tale maestria che non esiste il minimo dubbio che, con il tempo, l’autrice non potrà fare altro che migliorare e incantarci con le sue parole.
Nonostante ciò, a mio avviso, alcune pecche sono presenti, e non facciamo alcun bene nascondendole all’autrice dietro a recensioni assolutamente entusiastiche. L’entusiasmo è un bene ma, per quanto possibile, la sincerità agli esordi di una carriera narrativa è ancor più importante. Per lo meno per chi desidera veramente veder crescere e sfondare questa giovanissima donna che ha tutte le carte in tavola per farlo...
Per motivi di lunghezza la recensione completa è qua: http://sognandoleggendo.net/blog/?p=1805… (mere)
Virginia de Winter sa scrivere in modo assolutamente divino. La sua capacità di giocare con l’astratto e l’eleganza della sua prosa fanno di questa scrittrice una delle future punte di diamante del fantasy italiano. Su questo non ci sono dubbi e, dobbiamo ammetterlo, la Fazi Editore ha fatto proprio un gran bel colpo scoprendola e portandola nelle case italiane.
Black Friars è un bel malloppo di circa 700 pagine farcito di descrizioni deliziosamente evocative, d’amore, d’odio, passione, ira, tradimenti, amicizia… e il tutto è scritto con una tale maestria che non esiste il minimo dubbio che, con il tempo, l’autrice non potrà fare altro che migliorare e incantarci con le sue parole.
Nonostante ciò, a mio avviso, alcune pecche sono presenti, e non facciamo alcun bene nascondendole all’autrice dietro a recensioni assolutamente entusiastiche. L’entusiasmo è un bene ma, per quanto possibile, la sincerità agli esordi di una carriera narrativa è ancor più importante. Per lo meno per chi desidera veramente veder crescere e sfondare questa giovanissima donna che ha tutte le carte in tavola per farlo...
Per motivi di lunghezza la recensione completa è qua: http://sognandoleggendo.net/blog/?p=1805… (mere)
Markeret
Nasreen44 | 6 andre anmeldelser | Jun 8, 2017 | Statistikker
- Værker
- 9
- Medlemmer
- 84
- Popularitet
- #216,911
- Vurdering
- 3.2
- Anmeldelser
- 14
- ISBN
- 10
- Sprog
- 1
È vero che quel riferimento a Dorian Gray mette i brividi, ma nel romanzo viene citato giusto una manciata di volte ed è facile ignorare che De Winter abbia banalizzato un classico come Il ritratto di Dorian Gray. Inoltre, non si fa che parlare della depravazione di Sebastian, uno dei protagonisti, ma a me è parso solo uno che si gode la vita – oppure ho degli standard di depravazione decisamente più alti, chissà.
Comunque, Oscure gioie (che adesso si chiama Il cammeo di ossidiana qualora lo voleste acquistare) mi ha intrattenuto: mi sono affezionata a Sebastian e Raven e a tutti i personaggi che girano loro intorno e la storia mi ha preso abbastanza da voler sapere come sarebbe andata a finire. Se siete dispostə a non farvi troppe domande, potrebbe essere un buon libro da portare in spiaggia.… (mere)