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Barbara Risoli

Forfatter af Il veleno del cuore

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Værker af Barbara Risoli

Il veleno del cuore 5 eksemplarer
La Onda Escarlata (2017) 2 eksemplarer
L'errore di Cronos 1 eksemplar
La grazia del Fato 1 eksemplar

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Accidenti credo di essermi beccata una delle prime stampe... La formattazione è tutta sballata e le parole staccate.. sarà un fatica leggere queste 200 pagine ç____ç


*****


Ed eccomi a recensire questo sequel del libro Il Veleno del Cuore: La Giustizia del Sangue. Questa volta l’incipit della recensione sarà diametralmente opposto al precedente. In questo caso ci troviamo proprio di fronte ad un bel Romanzo Storico condito da un tocco di romance che si amalgama con naturalezza agli eventi narrati.

Come il precedente credo che anche questo libro possa essere letto sotto un duplice aspetto. Da una parte possiamo semplicemente limitarci a leggere le “avventure” di Eufrasia e Venanzio, due esseri senza scrupoli, che si gettano fra gli intrighi della Rivoluzione Francese per liberare il piccolo Capeto, Luigi XVII, da una morte orrenda.

Oppure, potremmo leggere le mille sfumature di questo romanzo assaporando pagina dopo pagina il dolore di una donna, donna a metà, che si arrende a quella che definisce una punizione Divina, spengendo sé stessa. Potremmo leggere la frustrazione di un uomo che, ormai dannato, non accetta il comportamento della sua compagna e fa di tutto per ferirla e farla reagire. Potremmo leggere della paura di Eufrasia di essere sostituita, da sempre unica erede del casato des Fleuves. Oppure cercare di comprendere quando, da vittima, il popolo francese sia diventato carnefice.

È un libro particolare, è un libro che affronta il dramma del piccolo come quello di un’intera comunità lasciando da parte inutili prediche ma narrando i semplici fatti della vita con una semplicità e crudezza disarmante. La Risoli non ha bisogno di imbellettare la realtà, anzi, ce la mette tutta per narrarla al massimo della sua asprezza mentre lascia lo scettro di eroe in mano al Cattivo che tenta di fregare il Buono della situazione che continua a seminare distruzione e dolore.

Credo che sia piuttosto difficile spiegare semplicemente questo libro, no forse è impossibile. Eufrasia e Venanzio si completano in modo incredibile nel loro comprendersi, sfidarsi, ed attaccarsi continuamente mentre si amano in modo completo e chiaro. Non hanno bisogno di cambiare l’altro, si vogliono e si accettano anzi, di più, si amano maggiormente forse proprio perché i loro difetti li rendono complementari.

Eufrasia è più “donna” meno capricciosa e con questa maturazione è evoluto in lei anche il vecchio senso di colpa per un omicidio che, ancora, non è riuscita a perdonarsi benché non voglia ammetterlo. Ma nonostante ciò non si lascia andare e continua a seguire il marito. Lo salva e si fa salvare ed è forse questa reciprocità fra i due che mi affascina incredibilmente. Non c’è semplicemente un “forte” ed un “debole”. Sono forti e deboli allo stesso tempo, hanno bisogno l’uno dell’altra in modo quasi perverso.

Venanzio, ancora una volta, mi sorprende.

Nella prima metà del libro sembra disinteressato delle gravi angosce che colpiscono la moglie. Non gli interessa, la tradisce e la lascia per andare a salvare il Capeto di Francia. Un favore al suocero? Uno strano senso di rimorso per il passato torbido che si è forgiato?

Niente di tutto questo.

L’animo dell’assassino è quello di sempre ma, nonostante il suo passato, riusciamo a scorgere una sorta di codice d’onore che, di fronte alla follia dei Francesi, ce lo rende superiore quasi da ammirare. Dimostra di avere un cuore, salva ed uccide con criterio. Il suo è un criterio che ci appare quasi coerente.

Non ci interessa più realmente se i due coniugi sono assassini, balordi, truffatori o altro, vogliamo solamente che abbiano successo perché, alla fine, meritano di sopravvivere. Quando è accaduto che dai buoni siamo passati a tifare per i buoni? Non si sa.

Probabilmente è proprio questo il punto focale del libro di Barbara Risoli: non esistono veri cattivi come non esistono veri buoni. Ed è con una certa perversa onestà che i cattivi, consapevoli di esserlo, continuano a combattere contro quel Dio che ha abbandonato chi è Innocente. Non hanno bisogno e non vogliono la Salvezza, non la meritano e lo sanno ma, allo stesso tempo, si chiedono se valga davvero la pena pregare un Dio del genere.

La profondità psicologica anche in questo caso è assoluta. I personaggi si mescolano fra loro, mostrando mille sfaccettature e ci traggono spesso in inganno.
I colpi di scena sono assicurati e, come sempre, Venanzio, dirige l’immensa l’orchestra di morte che ha imbastito con una maestria inaudita. Nulla è lasciato al caso e Eufrasia, a volte consapevole altre meno, lo segue in un ballo pericoloso che li porterà più volte vicino alla morte senza mai realmente sfiorarla.

E sarà alla fine che, ancora una volta, l’Assassino ci sorprenderà.
Vite messe in gioco, rischi e pericoli per cosa?
Per salvare il piccolo Luigi XVII? No, non realmente.
Come ogni farabutto che si rispetti, Venanzio, fa tutto questo per un proprio rendiconto o, meglio, per Eufrasia. Per darle quello che ha sempre voluto e, in barba alla punizione divina ce la fa.

Bellissimo, assolutamente bellissimo.
… (mere)
 
Markeret
Nasreen44 | Jun 8, 2017 |
Chi cerca, leggendo questo libro, un romanzo storico nel quale affogare a mio avviso ha sbagliato decisamente libro o, se proprio vogliamo, non ha letto molto bene la trama perché quello che abbiamo fra le mani è un piccolo gioiello della narrativa italiana. Un romance e nello specifico un romance storico.

Questo è un libro sui personaggi, sui loro sentimenti, sui loro errori e sulle loro nefandezze. Nefandezze perché, per una volta, non ci troviamo di fronte alla classica damina di corte da dover salvare o di fronte al solito nobile che si innamora perdutamente della povera ragazza di ceto inferiore per la quale farà di tutto, anche mettersi contro il suo stesso casato.

No, nel libro di Barbara Risoli abbiamo un assassino spietato il cui cuore torna a battere unicamente quando è in compagnia della donna che ama; abbiamo una contessina che, pur di non piegarsi ai voleri del padre arriva ad inscenare il suo stesso omicidio, sporcandosi le mani di sangue con fredda determinazione ed abbiamo una nazione in subbuglio, pronta per una Rivoluzione che avverrà solo qualche anno dopo.

Venanzio è un personaggio molto chiaro. Nonostante il suo passato ed il suo presente da assassino è facile intuire l’amore che lo lega a Eufrasia. Il suo volerla mettere alle strette, il desiderio di farla scendere a patti con sé stessa e ammettere così i suoi sentimenti nei confronti dell’assassino sono crudeli ma pervasi da un affetto che non è possibile ignorare.

Eufrasia è un personaggio piuttosto complesso da comprendere ma non da accettare. Molti hanno ricercato, nelle reazioni di Eufrasia, un avvento del “femminismo”, una ribellione del suo essere donna ma io sono solo parzialmente di questo avviso. Nello specifico non credo affatto che Eufrasia, arrivata di fronte all’altare, si sia semplicemente risvegliata e, con un colpo di reni del suo interminabile egocentrismo, abbia mandato tutto all’aria.
Credo semplicemente, che di fronte a quell’altare, si sia resa conto che Aldo non era l’uomo adatto a lei nel modo più assoluto.

È chiaro che Aldo, dietro quell'atteggiamento da buono e pacato, sia in realtà un uomo debole, arrivista e privo di forza di volontà.
Questo lo dimostra principalmente nel prologo e poi, successivamente, pare chiaro al lettore che fin dal primo momento è stata Eufrasia a voler il matrimonio, a combattere per questo, a litigare con il padre e a farsi carico della lotta per ottenere quello che voleva.
Anche quando la ragazza lo lascia sull’altare, Aldo lascia passare molto tempo prima di recarsi da Eufrasia per chiedere spiegazioni e, ovviamente, le chiede solamente perché ha fatto in modo di danneggiare il suo onore.

Era inevitabile che una donna che aveva lottato duramente o, se vogliamo, caparbiamente (se avesse riflettuto solo un po’ di più!) fino a quel momento non avrebbe accettato un compagno del genere né, tantomeno la successiva scelta del padre.
Il padre, che dimostra in più passi di conoscere bene il carattere della figlia e di considerarla simile a sé, decide lo stesso di metterla alle strette con una decisione che sa bene non avrebbe incontrato il favore di Eufrasia.
Ovviamente lei reagisce come è consono al suo carattere e cioè calpestando apparentemente gli altri per salvaguardare sé stessa.
Ma come ho già detto solo apparentemente perchè avrebbe potuto semplicemente fuggire e infangare il nome del padre ma, nel suo modo contorto di vedere le cose, ha sacrificato una vita per salvaguardare l’amor proprio dell’ultimo membro della sua famiglia per poter essere libera.
Solo dopo si renderà conto di essersi rinchiusa, di fatto, in un'altra gabbia.
Una gabbia che, però, si era scelta da sola se non altro e questo la sprona ad andare avanti ingegnandosi in mille modi, più o meno leciti.

Credo che la complessità psicologica di questo personaggio sia, al di là degli aspetti puramente moralistici, veramente notevole e la scrittrice ce l'ha presentata con vera maestria.
In tutto il libro non c’è un solo accenno paternalistico nei confronti di Eufrasia e Venanzio,.
Barbara Risoli ci racconta della loro vita, delle loro scelte spiegandoci i loro “perché”, senza intromettersi e senza pretendere di giudicare o altro.

Ed è per questo che, alla fine, finiamo per apprezzare l’apparente freddezza di Eufrasia, la caparbia determinazione del conte Xavier, il pungente egocentrismo di Venanzio e sì, riusciamo anche a giustificare leggermente il tradimento di Lisette nei confronti di Eufrasia che l'ha salvata da una vita fatta di prostituzione.

Nonostante sia un libro privo di editing non sono presenti gravi refusi (almeno se vogliamo confrontarlo con l’ultimo libro pubblicato dalla Delos di Raven Hart; da far accapponare la pelle al lettore!) e lo stile della Risoli, da molti giudicato forse un po’ articolato, è perfettamente in linea con l’ambientazione scelta.
Sarebbe stato a dir poco anacronistico ritrovare un conte francese della seconda metà del 1700 con un linguaggio moderno e spigliato!

Giudizio complessivo? Ottima prova. Nonostante sia un romanzo cortino (per i miei gusti) non manca di nulla, merita e ti tiene incollato alle pagine. Vedremo come andrà con il seguito.
… (mere)
 
Markeret
Nasreen44 | Jun 8, 2017 |

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