Fødselsdato: 1956-05-23
Dødsdag: 1988-06-16
Køn: male
Nationalitet: Italy
Kort biografi: Biografia di Andrea Pazienza aggiornata al tre ottobre ottantaquattro.
Apaz nasce in una confortevole villa sul lungomare Marconi a San Benedetto del Tronto, in un bel giorno di maggio del cinquantasei, ed ha quindi la stessa età di Miguel Bosé.
Arrangia dei successi pazzeschi fino ai ventitré ventiquattro, sempre nel campo delle belle arti, con minimo sforzo, ma quando la famiglia cessa di mantenerlo prima a Pescara, poi a Bologna, si rimbocca le maniche e si compromette definitivamente.
Indeciso a lasciare precipitosamente Bo, vive ora in una cittadina della Toscana.

testo tratto da "Zark! Le tavole narranti", catalogo della mostra di Jesi , Palazzo dei Convegni, 20 luglio-4 agosto 1985, Editori del Grifo, Montepulciano 1985.

http://www.cfapaz.org/

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Storie brevi af Andrea Pazienza

Andrea Pazienza è un mito del fumetto italiano, anzi forse il mito. Tutto ha contribuito a collocarlo in una sfera divina, una tragica morte prematura, la collocazione politica, l’essere contro ed anti. E con entusiasmo ho iniziato a leggere questa raccolta di storie brevi proposta da Fandango libri. La lettura, confesso, non è mai agevole, il Paz ci mette l’impossibile per complicare le cose, la densità di una sola vignetta è a volte strabordante. Alcune chicche, una per tutte la storia di una comune dove un ex detenuto viene subito accusato di aver rubato l’erba e si impicca, ed alcune storie così e così. Indubbiamente non è semplice leggere tutte insieme decine di storia scollegate tra di loro, prive di un filo logico; circostanza che, comunque, va vista nell’ambito del lavoro di un autore che notoriamente si è caratterizzato per essere sopra ed oltre le righe. Pazienza dimostra arte e fantasia, stile rigoroso o follia; insomma, un artista completo. Ma forse sarebbe servito un corredo descrittivo maggiore in grado di dare un maggiore senso alla lettura che, onestamente, io non sono riuscito a dare. Comunque, un fumetto da leggere, conservare ed ogni tanto andare a spulciare.

Recensione del 29 agosto 2022
Rileggo a distanza di quasi dieci anni le “Storie brevi” di Andrea Pazienza. Il filo conduttore è disordinato, come la vita di Pazienza, vengono semplicemente raccolte in un unico, straordinario, volume tutte le vignette e le storie, per l’appunto, brevi del Paz. E in questa sorta di zibaldone c’è tutto l’incredibile mondo dell’artista marchigiano, le trasgressioni, le droghe, i rapporti sociali, il disarmante rapporto con la politica. Si tratta delle collaborazioni che per anni hanno caratterizzato le riviste italiane di fumetto, Alter alter, Frigidaire, Linus, Cannibale, Il Male, Tango e Zut. E c’è tutta la cultura di sinistra del periodo, non si buttano le chiavi, anzi, il suicidio dell’ex detenuto che si impicca per l’accusa di aver rubato dell’erba dovrebbe essere monito a questa sinistra giustizialista e manichea. Un libro importante che rappresenta bene da una diversa prospettiva un artista che ha percorso una strada troppo breve. Un libro da riaprire spesso per l’intensità dei contenuti.… (mere)

Markeret

grandeghi | Oct 1, 2020 |

L'arte di Andrea Pazienza af Andrea Pazienza

Il Paz, il grande Paz, un’icona non solo del fumetto italiano degli anni 70, ma della cultura alternativa che si è alimentata e si alimenta di quel grande movimento da cui nacquero il Male e Frigidaire. In questo albo viene proposto un intelligente campionario del lavoro di Pazienza, partendo dalle straordinarie avventure di Pentothal, passando per alcune storie brevi autoconclusive, come la proprietà transitiva dell’uguaglianza, pacco e verde matematico, e concludendo con le splendide strisce dedicate a Pertini. Il tratto e la sceneggiatura di Pazienza rappresentano una rottura con il fumetto tradizionale italiano, che va visto alla luce dell’analogo lavoro svolto con Tanino Liberatore e Stefano Tamburini in occasione della produzione di Ranx Xerox. La morte prematura di Pazienza ha contribuito a collocarlo in una sfera quasi mitologica per il suo ristretto, ma agguerrito, clan di sostenitori. Personalmente riconosco le capacità di innovazione in termini di messaggio, ma onestamente non è il mio autore di quei prolificissimi anni.

Recensione del 29 ottobre 2009
Sulla quarta di copertina c’è Pazienza, mani in tasca, sguardo alla Finardi, che dice: “diciotto anni, puah!”. Il disprezzo della vita, degli stessi diciotto anni, hanno portato il Zac, mitico, ad un overdose di eroina. Anni 32. Indubbiamente il genio di Pazienza, la capacità di inventiva è mostruosa. La classe si vede, si riconosce quando si leggono le sue riflessioni. Pazienza è un genio. Il suo fumetto a volte, a me non incanta. Certo stupisce, a volte emoziona, ma non riesce mai a darmi un senso compiuto. Vola alto, altissimo, Pazienza per raccontare il 77, il disagio, le droghe, la vita. Ma non lascia mai, perlomeno per me, un segno indelebile. Ma la classe c’è, c’è tutta e si vede nella storia di Pertini, dove lui fa la spalla. Certo avrebbe avuto bisogno di più tempo. Ma questa è un’altra storia.… (mere)

Markeret

grandeghi | Feb 4, 2018 |