Carlo Dossi (1849–1910)

Le note azzurre rappresentano lo zibaldone, più che il diario di Carlo Dossi. La lettura di un testo del genere è difficilissima, direi impossibile, se non rientra nell’ambito di un percorso articolato di studi dell’opera dell’autore lombardo. Si tratta di un opera complessa, circa 6.000 note, direi appunti, privi di organicità, seppur corredati da un ricco bagaglio di note curate da Dante Isella, che ha coordinato questa edizione. Non sono riuscito a portare avanti la lettura, anche se in realtà confesso che ho alzato ben presto bandiera bianca, ritenendo, onestamente, inutile affrontare una battaglia persa in partenza. Rimando, quindi, non solo il mio rapporto con Dossi, di cui ignoro completamente l’opera, ma anche con la scapigliatura.… (mere)

Non è un libro da leggere ma da centellinare: si tratta di oltre 5.700 "schedine" con appunti, ricordi, sensazioni, lunghe da poche righe fino a una pagina e mezza, raccolte in tutta la non lunga vita da Carlo Dossi (1849-1910), romanziere, scrittore e amico di scrittori ed altri artisti, ma anche archeologo dilettante, diplomatico e poi responsabile della segreteria del Presidente del Consiglio Crispi.
E' uno zibaldone in cui si possono trovare aneddoti divertenti e feroci sugli amici, sui conoscenti ed anche su alcune personalità pubbliche dell'epoca (dai Savoia in giù) insieme a brevissime storie, appunti per racconti magari poi non scritti, aforismi, osservazioni linguistiche ed altri pensieri non classificabili.
Un ottimo indice analitico, costruito dall'Autore stesso, aiuta a fare letture "tematiche". Sembra una raccolta di elzeviri che contengono la vita pubblica e privata della seconda metà dell'800.… (mere)