Picture of author.

Marie-Thérèse Cuny

Forfatter af Levende brændt

9+ Works 560 Members 22 Reviews

Om forfatteren

Image credit: Marie-Thérèse Cuny dans l'émission TV "Tournez Manège" en avril 1987

Værker af Marie-Thérèse Cuny

Associated Works

Ikke uden min datter (1987) — Traduction, nogle udgaver1,804 eksemplarer
I Choose to Live (2004) — Autor — 442 eksemplarer
Ik was pas twaalf (1990) — Collaboration — 50 eksemplarer
Let Me Survive: A True Story (1996) 7 eksemplarer

Satte nøgleord på

Almen Viden

Medlemmer

Anmeldelser

Suad è un nickname, un alias, un nome di fantasia. Non è nemmeno mai citato dove è stato scritto questo libro pubblicato all’inizio del duemila. Nessuna latitudine, nessuna longitudine. Come se l’autrice facesse parte di un programma protezione testimoni del FBI. Perché Suad, questa giovane donna della Cisgiordania, lo è veramente testimone e lo dimostra a chi legge raccontando fatti realmente accaduti, senza veli, senza filtri. Portata in salvo da un’organizzazione internazionale, è la testimone di un delitto d’onore che, a leggerlo, tanta è la crudeltà, la ferocia, l’ingiustificabile contesto culturale in cui accade, ci fa orrore. Essere arsi vivi, con un figlio in grembo, frutto di un amore acerbo e ingenuo, fa quasi apparire ordinaria una vita in cui tuo padre lega te e tua sorella nella stalla e ti percuote con uno straccio infilato in bocca, perché anche urlare non è concesso ad una donna. E per cosa poi? Per un granello di zucchero fatto cadere a terra, per una pecora che si allontanata dal gregge, per aver alzato lo sguardo. Tutto ciò ci fa persino paura, oltre che orrore. Ci fa vergognare di noi stessi in quanto esseri umani. Ancor più se siamo uomini. La rabbia per ciò che leggiamo, per ciò che Suad è stata costretta a subire e a rivivere nella sua mente dopo essere sopravvissuta al fuoco, è superata solo da un profondo senso di sgomento.
Suad è nata in un piccolo villaggio della Cisgiordania, dove le bestie valgono più delle donne: le capre portano soldi, le donne sono una disgrazia, questo è ciò che pensa e afferma con assoluta autorità maschile il padre. Ma tale sintesi non basta a comprendere la matrice di una cultura che assegna alla donna un ruolo inferiore ad una bestia, che vuole le donne, quando non sono uccise alla nascita soffocate in una pelle di pecora direttamente dalla madre che le ha partorite, in un ruolo di assolta sottomissione, anzi di schiavitù. Una cultura radicalmente maschilista che le obbliga a non studiare, a non viaggiare, a non sollevare lo sguardo verso il cielo, a camminare scalze, a sposare chi non hanno scelto. Sarebbe persino difficile immaginarla una tale società se non fosse per il racconto crudo e lacerante che Suad ci fa della sua infanzia mancata. Di come sia tale il condizionamento esercitato su intere generazioni di donne, al punto che la stessa madre, al capezzale della propria figlia ridotta ad un ammasso di pelle piagata e infetta, tenta di avvelenarla, per salvare quell’onore definito in base ad un codice che persino nel più oscuro medioevo sarebbe apparso disumano.
Eppure, ci racconta Suad, per le donne sopravvissute e cresciute in quel mondo dove agli uomini è concesso tutto, appare normale vivere in uno stato di semi segregazione, non poter decidere nulla della propria vita, di essere percosse ed oltraggiate quotidianamente e di trovare massima aspirazione in un matrimonio combinato, come merce venduta al mercato, dove la felicità è quella di ambire a lasciare la prigione del padre per entrare in quella del marito, togliergli le scarpe e lavargli i piedi ogni giorno, lavorare per lui, coricarsi con lui e riprodurre come un’incubatrice senza anima.
Nel villaggio di Suad, se non sei sposata, basta poco per essere considerata una “puttana”. Per disonorare la famiglia ed essere uccisa, strangolata da un fratello come è già accaduto tra le mura della sua casa. Basta guardare in viso un uomo ad esempio. Lei non potrà maritarsi prima che le due sorelle maggiori siano date in sposa. Lo dice la legge degli uomini. Purtroppo, chi è prima di lei, non desta interesse “sul mercato” e il suo turno non giunge mai. Gli anni passano e arriva l’onta della derisione che pare ancora maggiore dei maltrattamenti paterni. La giovane Suad, nell’attesa che giunga il suo turno, s’innamora di un vicino di casa, che forte di un’ingenuità infinita di chi del mondo non sa nulla, la incontra clandestinamente, la mette in cinta e se la da a gambe. In quella fuga c’è la condanna a morte di Suad. La famiglia incarica il marito della prima sorella di darle letteralmente fuoco, a lei ed al figlio che porta in grembo. Una torcia umana che corre tra i muretti a secco del villaggio tra l’indifferenza di chi la osserva, un corpo sciolto dal calore cui nessuno, nemmeno in ospedale, presterà attenzione. L’onore è prima di tutto!
Nella lettura di “Bruciata viva” si prova una sofferenza immensa, si sente l’odore delle piaghe, della carne divorata dal fuoco. Ma non tutto brucia e si consuma. Perché tra le parole di Suad c’è anche il racconto della nascita e della rinascita, quella del figlio che verrà al mondo, perduto e ritrovato; quella di una nuova vita in un paese dove le donne decidono per sé stesse, parlano, studiano, viaggiano, guardano gli uomini negli occhi.
Chi pensa che in queste mie righe ci sia un che di “spoiler”, non ha la minima idea di cosa lo aspetta nella lettura. A chi, invece, avesse voglia di obiettare che sono trascorsi vent’anni da quando queto libro è stato scritto e che, forse, le cose sono cambiate, voglio solo ricordare che Saman, giovane ragazza pakistana di soli 18 anni, rea d’essersi innamorata di un coetaneo, è scomparsa a Reggio Emilia nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021. Strangolata. Per questo “delitto d’onore” sono indagati i genitori, uno zio e due cugini.
… (mere)
 
Markeret
Sagitta61 | 21 andre anmeldelser | May 8, 2023 |
Souad tenía diecisiete años cuando se quedó embarazada sin estar casada. En su país, significa la muerte. Mientras lavaba la ropa en el patio de su casa, vio, aterrorizada, cómo su cuñado se le acercaba, la rociaba con gasolina y encendía una cerilla. Jacqueline Trhibault, cooperante de la fundación suiza Surgir, la ayudó a salir de su país con su bebé y superar su drama.
 
Markeret
Natt90 | 21 andre anmeldelser | Nov 29, 2022 |
I am so glad I have read this book. I also do not believe it has anything to do with religion as much as cultures. What so many of us in the modern world seem to forget is that the rest of the world does not "progress" at the same rate. Women have had to fight to get our rights everywhere, it is much slower in isolated places like this. The women do not know better so they just accept it. Also, as another journaller mentioned, women are beaten and murdered here in the states. There are still men here (white Christian ones, too) that truly believe it is their right to beat their wives and there are women that stay with them. If you know anything about psychology, you understand that self worth has a huge impact on whether you tolerate things like this. Women that are beaten like this, have no self worth or love so they stay cuz "they deserve it" Our culture doesn't accept it but where Souad is from, it is still accepted so how can we expect them to have the courage to fight for their rights. I hope that someday, it will be taboo there, too, and there will be less of this all over the world. We also know that children that watch their moms beaten, tend to be abusers so the men in areas like this also have no hope of change at this time. Education is imperative to changing things like this.

About the book itself, I cannot imagine the pain she has had to endure and the strength and courage to get to where she is today. I applaud her for speaking out about this taboo subject. Good for her.
… (mere)
 
Markeret
KyleneJones | 21 andre anmeldelser | Apr 25, 2022 |
Brûlée vive parce qu’ « on » l’avait vue parler à un garçon !
Souad est née en Cisjordanie. Très tôt elle a appris que la vie des filles ne comptait pas. Sa mère a mis au monde un seul garçon, au milieu de plein de filles. Dès qu’une fille naissait, elle la tuait.
« Avec une couverture en laine, elle l’étouffait. Je l’ai vu de mes propres yeux, murmure Souad. Cela se faisait devant tout le monde »
Cette mère mariée à 14 ans avec un homme de 40, il ne parlait jamais. Soumise, elle travaillait sans cesse. Les filles travaillaient, dès leur plus jeune âge, sous l’autorité d’un père violent.
Un soir, alors qu’elle a 17 ans, enfermée dans une pièce de la maison familiale, elle entend la voix de son père. Elle doit mourir, dit-il. Personne – ni sa mère, ni ses sœurs, ni son frère- ne bronche.
L’honneur de la famille est souillé, martèle le père, un voisin affirme qu’il l’a vue parler avec un garçon et la rumeur commence à se répandre. Selon la tradition, il faut la tuer au plus vite puis exhiber son cadavre : l’honneur sera lavé …
Qu’est-ce que le crime d’honneur ? L’assassinat par les parents de leur fille soupçonnée de n’être plus vierge. 10 000 jeunes filles sont tuées chaque année dans le monde par leurs parents, pour venger l’honneur familial.
Moyen-Orient, Pakistan, Brésil, Nigeria …la liste est longue des pays qui tolèrent cette coutume sociale, car la foi ne punit pas les assassins du crime d’honneur.
Souad est la seule survivante connue. Victime directe de crime d’honneur, elle accepte aujourd’hui de témoigner pour que nous prenions conscience de l’horreur de ces crimes d’honneur impunis ; pour les filles victimes de cette atroce coutume.
Au risque de sa vie… si sa famille apprend que Souad est en vie, il lui faudra absolument la tuer, maintenant.
… (mere)
 
Markeret
Haijavivi | 21 andre anmeldelser | Jun 11, 2019 |

Lister

Hæderspriser

Måske også interessante?

Associated Authors

Statistikker

Værker
9
Also by
4
Medlemmer
560
Popularitet
#44,620
Vurdering
½ 3.7
Anmeldelser
22
ISBN
52
Sprog
14

Diagrammer og grafer