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Piero Camporesi (1926–1997)

Forfatter af Bread of Dreams: Food and Fantasy in Early Modern Europe

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Om forfatteren

Piero Camporesi (1926-1997) was formerly Professor of Italian Literature at the University of Bologna, Italy.

Includes the name: Piero Camporesi

Image credit: Piero Camporesi

Værker af Piero Camporesi

Le officine dei sensi (1985) 23 eksemplarer
Il paese della fame (1985) 19 eksemplarer
Il libro dei vagabondi (1973) — Redaktør — 18 eksemplarer
I balsami di Venere (1989) 13 eksemplarer
La maschera di Bertoldo (1976) 7 eksemplarer

Associated Works

Science in the Kitchen and the Art of Eating Well (1891) — Redaktør, nogle udgaver391 eksemplarer
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1606) — Redaktør, nogle udgaver58 eksemplarer
Lettere — Redaktør, nogle udgaver3 eksemplarer

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Anmeldelser

A book supporting the author's premise that the peasants of preindustrial Europe lived an altered state due to malnutrition and bread adulterated with hallucinogenic herbs.
 
Markeret
MarieTea | 2 andre anmeldelser | May 27, 2012 |
This book could should point as a salutory lesson to the modern Western cult of conspicuous consumption. Camporesi's erudite study reminds us that the majority of the medieval population of Europe was often teetering on the edge of starvation and this made a huge impact on the art, culture, politics and literature of the era. The prose is often a little hard to follow, but this may be due to the translation from the original Italian.
 
Markeret
Libraryish2 | 2 andre anmeldelser | Sep 26, 2008 |
"La carne impassibile" è un viaggio affascinante e terribile nel territorio della corporalità dal Medioevo alla Controriforma. Oggetto di esorcismi e di mortificazioni, di torture e di cerimoniali terapeutici sacro-profani, affetto da malattie incurabili e da logoramento precoce, il corpo era lo specchio di un universo corruttibile, verminoso, putrescente, centro ossessivo di un immaginario tutto rivolto alla speranza della vita ultraterrena e alla "impassibilità" beata della carne santificata e incorruttibile.… (mere)
 
Markeret
MareMagnum | May 23, 2006 |
Attraverso tre saggi (il primo dedicato al latte, il secondo alle abitudini alimentari del Petrarca, il terzo al mito della dieta mediterranea) l'autore ricostruisce caratteristiche, storia, attrattive, gusti della cucina della Padania. Un imprevedibile ritratto di Francesco Petrarca insabbiato nelle corti del Nord Italia e alle prese con gli eccessi della cucina viscontea, s'inserisce con felice sorpresa fra queste raffinate pagine "padane".

recensione di Montanari, M., L'Indice 1994, n. 4

"Ogni liquido è acqua e ogni acqua è latte". E rieccoci immersi nella prosa suadente di Camporesi, in quello stile inconfondibile, ricco di immagini e suoni oltre che di sostanziose realtà, che ancora una volta ci trasporta nei segreti della cultura cibaria, là dove storia e antropologia mirabilmente s'intrecciano. "Dalla Padania alla steppa", reca in sottotitolo il volume: direzione inversa a quella che portò le culture nomadi delle steppe eurasiatiche a imporsi nelle tradizioni alimentari della nostra Padania. Ne esce una sorta di rivendicazione dei caratteri originali di una cultura, quella padana, che Camporesi sente minacciata dall'imperversare delle diete mediterranee e dal vero e proprio imperialismo esercitato oggi dalle tendenze al magro, all'esile, all'insapore e inodore, che egli avverte come minaccia incombente sul sistema di valori sedimentato nei secoli dalla cultura del latte, del formaggio, del burro, del grasso. La "linea lombarda", scrive Camporesi, ''oggi sembra in difficoltà, in difficoltà il sistema alimentare padano nel suo insieme", oppresso da quello "striminzito sole di pasta rosseggiante di pomodoro" che a poco a poco va a sostituire stufati e trippe, costolette e brasati, rane e tinche, burro e formaggi. Ma attenzione: non è una guerra del Nord contro il Sud quella che va predicando Camporesi (in tempi di leghismo, il messaggio sarebbe di dubbio gusto...). Il "Sud" che egli demonizza è il Sud 'falso' inventato dai mass media, dalle mode omologanti e dagli apostoli di una dieta "mediterranea" che ben pochi abitanti del Mediterraneo hanno storicamente praticato - e che, comunque, nessuno di loro ama: una storia fatta di fame e di stenti non va d'accordo con il piacere della leggerezza.
Tra i due saggi che, su questi temi, aprono e chiudono il volume ("La via lattea", "Mediterraneo e dieta padana") è incastonato un piccolo gioiello dove il miglior Camporesi storico della letteratura vien fuori a tutto tondo: "Il padano Petrarca" s'intitola, e ci dice dei rapporti non facili di Petrarca con la cultura del burro, della carne e dell'abbondanza alimentare, così come emergono dall'epistolario e dall'opera poetica. Soprattutto è geniale il parallelo tra 'ars dictandi' e 'ars coquinaria' in quel tardo medioevo che tanto amava l'agrodolce e i contrasti di sapori: "l'agrodolce rappresentava la versione culinaria, il troppo commestibile della figura ossimorica", e a Petrarca, che preferiva gusti semplici e non aveva mai apprezzato l'agrodolce, dovettero venire forti perplessità sugli azzardati ossimori di cui aveva infarcito i suoi versi, quando il 15 giugno 1368 assistette al passaggio interminabile di portate - difficili per il suo palato - servite alla corte dei Visconti per il matrimonio di Violante con Lionello Plantageneto. Questo immagina Camporesi, ed è una bella lezione su come, con le dovute cautele, anche i più nascosti dettagli psicologici possano introdursi nell'analisi storica e letteraria.
… (mere)
1 stem
Markeret
MareMagnum | May 22, 2006 |

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